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Ancora sull’eolico nel Golfo di Gela

Il no, al parco eolico da parte del Sindaco di Gela, appare di difficile comprensione in una città satura di problematiche ambientali connesse con l’estrazione e la raffinazione del petrolio. Anche l’adesione incondizionata alla costruzione del parco eolico off-shore lascia perplessi, perché non è in discussione la prevalenza ambientale dell’eolico rispetto alla capacità inquinante del petrolio, ma se lo sfruttamento di risorse naturali del territorio (mare, fondali e vento) produrrà vantaggi, oltre che per Enel e Moncada costruzioni, com’è giusto, anche per la realtà locale, com’è ancora più giusto che sia. Per cercare di comprendere quali dovrebbero essere questi vantaggi alcune considerazioni preliminari sono necessarie.
Enel e Moncada Costruzioni sono confluite in una joint-venture per realizzare un parco eolico off-shore in una delle migliori zone d’Italia per questo tipo d’impianto.
Enel, dal canto suo, ha appena siglato un accordo con la giapponese Sharp per produrre, dalla fine del 2009, pannelli foto voltaici d’ultima generazione.
Il progetto del parco eolico nel Golfo di Gela è all’esame della Regione siciliana per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e i comuni di Gela, di Butera e di Licata sono chiamati a dare il loro assenso e a mettere a disposizione il proprio territorio.
Il parco eolico, una volta costruito, produrrà energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 392.000 famiglie, oltre un milione di persone. D’altra parte, 115 torri alte 100 metri ed altrettante eliche di 110 metri di diametro, dislocate poco oltre il molo industriale, sono opera non indifferente dal punto di vista ambientale e non sappiamo ancora quanta superficie marina sarà consumata.
Sono solo alcuni degli argomenti che definiscono il tema dell’eolico a Gela, ma non v’è dubbio che la vera questione per Gela, Licata e Butera, è acquisire la certezza che, a fronte del sì al parco eolico, otterranno benefici tangibili sintetizzabili nelle domande che seguono.
– Gela, a fronte del sì al parco eolico, avrà la raffineria alimentata con energia pulita, ponendo fine all’uso del pet-coke?
– Le famiglie gelesi, buteresi e licatesi, fanno parte del milione di persone beneficiarie di quell’energia pulita che le pale del parco eolico produrranno sul loro mare?
– Enel è disposta a decentrare sul territorio le nuove attività aziendali, quali la produzione dei nuovi pannelli foto voltaici di licenza Sharp?
– Potrà esserci una partecipazione agli utili anche dei Comuni che vorranno entrare a far parte della joint-venture con Enel e Moncada costruzioni in cambio della disponibilità politica all’installazione del parco eolico sul proprio territorio?
– sarà possibile, per salvaguardare gli interessi turistici della zona, ridefinire il tratto di mare che dovrà ospitare il “parco”?
Sono soltanto alcune delle domande possibili, ma se le contropartite per il si all’eolico si muovessero in sintonia con quelle domande, sarebbe folle, oltre che stupido, non essere d’accordo, se così non fosse, però, e la logica dovesse permanere quella già sperimentata in questi cinquant’anni a Gela, accadrà che, costruito il parco eolico, avremo i territori di Gela, di Butera e di Licata con la vista sul mare deturpata, con un altro pezzo di territorio impegnato e con l’energia pulita e gli utili connessi alla sua produzione sparire dal territorio.
Sarebbe paradossale per Gela, essere sede del parco eolico più grande d’Europa, capace di produrre energia pulita per un milione di persone e rimanere con lo stesso pet-coke e con il medesimo inquinamento.
di Francesco Salinitro