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Torino: Palazzo Nuovo, il mostro scopre l’energia pulita

di MAURIZIO TROPEANO

Da mostro energetico a simbolo di edificio ecocompatibile. Regione e Università hanno deciso di investire 10 milioni di euro per trasformare Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche, in un «modello» per la produzione e utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Lunedì l’assessore regionale all’Innovazione, Andrea Bairati, porterà in Giunta la delibera che autorizza il finanziamento di 5 milioni. Poi la palla passerà all’Ateneo che dovrà predisporre il bando di gara. Ecco i tempi: a gennaio 2009 l’avvio delle procedure del project financning. Giugno 2009, raccolta delle offerte. Dicembre 2009, assegnazione dei lavori.

Se tutto andrà bene – «si tratta di un lavoro complesso perché dovremo togliere la pelle e costruirne una nuova mentre si continuerà ad insegnare», spiega il rettore Ezio Pelizzetti – i lavori dovrebbero terminare prima dell’estate del 2011. A cantiere ultimato l’Università risparmierà circa 700 mila euro l’anno in spese di riscaldamento e ridurrà notevolmente le emissioni atmosferiche di anidride carbonica (meno 4 mila tonnellate), biossido d’azoto (meno 4 tonnellate) e anidride solforosa (meno 6,8 tonnellate). Ma come si arriva a questo risultato? «La riqualificazione prevede interventi sull’architettura e l’involucro edilizio. Palazzo Nuovo diventerà il primo grande edificio pubblico ad essere rivestito con un cappotto solare», spiega Bairati.

Tetti e facciate
L’intervento riguarda le facciate dell’Ateneo sul lato di via Verdi. E’ previsto il rivestimento con lamelle e pannelli a celle fotovoltaiche policristalline di una superficie di 476 metri quadrati in grado di produrre 16 mwh annui di energia. Con lo stesso materiale saranno ricoperti 1700 metri quadrati di una parte dei tetti sul lato di via Sant’Ottavio e via Cortanze. Si tratta di 1700 metri quadrati in grado di produrre 58 mila kwh l’anno.

Il cappotto solare
Il termine tecnico è «solarwall». Si tratta di uno strato isolante a cappotto che sarà «cucito» sulla facciata delle aule che si affacciano su via Cortanze, un pannello in lamiera verniciata in colore scuro ricoperto da un vetro distanziato di pochi centimetri che nel periodo invernale permette di ottenere una riduzione dei consumi legati alla ventilazione.

Tetto giardino
La copertura verde sarà realizzata sulla parte dei tetti che si affacciano sull’area interna dell’edificio. Saranno utilizzate piante di Lampranthus con l’obiettivo di aumentare l’isolamento termico.

Facciata a doppia pelle
Sulle facciate esterne dell’edificio più alto di palazzo Nuovo destinate ad uso ufficio saranno rimossi gli attuali serramenti e sarà posata una facciata a «doppia pelle» composta da un vetro singolo stratificato esterno, da un’intercapedine a corridoio della larghezza di circa 120 centimetri, con interposte essenze vegetali e schermature che assicurano alte prestazioni energetiche.

I risparmi
Grazie al miglioramento delle prestazioni termiche il fabbisogno energetico per il riscaldamento si riduce del 75%. La scelta di usare il solarwall e la facciata a doppia pelle e dei pannelli solari permette nel periodo invernale una riduzione del fabbisogno energetico dell’85% che permette un risparmio economico di 425 mila euro. Nel periodo estivo la presenza delle schermature e di una facciata a doppia pelle ventilata riduce del 70% i consumi per il condizionamento. E poi dovrebbero arrivare 60 mila euro l’anno di ricavi dalla produzione di energia.

Gli altri progetti
Nelle intenzioni della Regione l’intervento su Palazzo Nuovo diventa il modello da utilizzare nella trasformazione energetica di altri edifici pubblici. Spiega Bairati: «Stiamo lavorando con il Comune di Torino per realizzare un intervento su undici scuole medie ed elementari».