La Commissione per l'ambiente dell'Europarlamento ha approvato la sua posizione chiedendo che le nuove norme coprano anche carne suina, ovina e caprina, pollame, mais, gomma, carbone e prodotti di carta stampata
(Rinnovabili.it) – Procede la discussione delle istituzioni europee sul nuovo Regolamento anti deforestazione, fenomeno globale, del quale l’Europa è direttamente responsabile per un buon 10%.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) tra il 1990 e il 2020 abbiamo perso circa 420 milioni di ettari di foresta: un’area più grande dell’intera UE. L’Unione del resto ha una parte importante di responsabilità in questo processo visto che le stime affermano che il 10% della deforestazione globale è derivata dai consumi interni europei.
Nell’ottobre 2020 il Parlamento ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire con una proposta di legge. In questo momento è in corso la negoziazione a partire da quella proposta, e i parlamentari e le parlamentari della Commissione Ambiente di Strasburgo hanno voluto alzare l’asticella. Secondo gli eurodeputati infatti il provvedimento dovrebbe coprire una lista più ampia di prodotti e introdurre regole più severe, per garantire il rispetto dei diritti umani di tutti gli attori coinvolti nelle filiere; in special modo le popolazioni indigene che vivono in territori su cui operano imprese europee.
Dopo la votazione, il relatore Christophe Hansen (PPE, LU) ha dichiarato: “Siamo seri nella lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità. Riconoscendo che l’UE è responsabile di circa il 10% della deforestazione globale, non abbiamo altra scelta che intensificare i nostri sforzi. Se riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra ambizione, applicabilità e compatibilità con l’OMC, questo nuovo strumento ha il potenziale per aprire la strada a catene di approvvigionamento libere dalla deforestazione”.
Regolamento anti deforestazione: le richieste degli europarlamentari
La posizione della Commissione Ambiente – approvata ieri con 60 voti favorevoli, 2 contrari e 13 astenuti – favorisce un inasprimento delle norme a garanzia del fatto che sul mercato europeo siano ammessi esclusivamente prodotti la cui generazione non ha comportato deforestazione. Nel dettaglio i parlamentari chiedono che la “due diligence” introdotta dal regolamento riguardi più prodotti della proposta iniziale. Il testo infatti prevede già il vincolo che i prodotti venduti in UE non siano prodotti su terreni degradati, e pone la verifica di questa condizione in capo alle imprese, che sono obbligate a monitorare tutti gli anelli delle proprie catene di fornitura.
La proposta elaborata dall’Esecutivo UE pone questi vincoli per il bestiame, il cacao, il caffè, l’olio di palma, la soia e il legno, oltre che tutti i prodotti che con questi sono stati nutriti, realizzati o che in ogni caso li contengono (per esempio il cuoio, la cioccolata, i mobili). Gli europarlamentari chiedono tuttavia che il regolamento anti deforestazione sia esteso anche alla carne suina, ovina e caprina, al pollame, al mais, alla gomma, ai prodotti a base di carbone e alla carta stampata. La richiesta del Parlamento inoltre è che la data limite entro la quale prodotti realizzati al di fuori del regolamento siano tollerati venga anticipata di un anno, al 31 dicembre 2019.
Oltre a questo, gli europarlamentari richiedono che la Commissione Europea valuti entro un anno dall’entrata in vigore se è possibile estendere le regole ad altri beni, tra cui canna da zucchero, etanolo e prodotti minerari. E che le aziende siano obbligate a verificare che le merci prodotte rispettino non soltanto le leggi europee e le leggi e gli standard dei paesi in cui sono generate, ma anche i diritti umani protetti dal diritto internazionale e i diritti delle popolazioni indigene residenti sui territori interessati.
L’implementazione del regolamento anti deforestazione non dovrebbe però riguardare soltanto i prodotti, ma anche l’estensione delle aree tutelate, che secondo la posizione votata oggi dovrebbero includere anche praterie, torbiere e zone umide, per le quale si richiede alla Commissione di valutare, entro un anno dall’entrata in vigore, l’inserimento.
Gli eurodeputati chiedono infine che la direttiva imponga alle istituzioni finanziarie una serie di requisiti stringenti per assicurarsi che le attività in cui sono coinvolte non contribuiscano in alcun modo alla deforestazione.
Al momento si attende settembre, quando la plenaria dovrà adottare la posizione del Parlamento per avviare la fase successiva dell’iter, che prevede i negoziati tra gli Stati membri per la definizione del testo finale.