La Casa Bianca ha presentato il piano quinquennale sullo sfruttamento di oil&gas. Se da un lato Biden blocca tutti i nuovi permessi nelle acque territoriali dell’Atlantico e del Pacifico, dall’altro prevede nuovi contratti offshore
Annunciate 11 licenze per trivelle, le aste entro 2 mesi
(Rinnovabili.it) – Dieci nuove licenze esplorative per gas e petrolio offshore nel golfo del Messico. Una al largo dell’Alaska. Entro i prossimi 5 anni. Sono i permessi che saranno messi in vendita nei prossimi giorni dall’amministrazione Biden. Una tornata che segue di poco l’ultima asta per trivelle onshore da cui la Casa Bianca ha incassato 22 milioni di dollari per permessi su quasi 300 km2 di terreni. Assegnati nonostante le stime del governo USA prevedano che l’estrazione di questi idrocarburi potrebbe costare miliardi di dollari in danni climatici in futuro.
Il governo federale prova a evitare le accuse, ma questi “dettagli” nel piano annunciato venerdì con cui Biden promette di bloccare tutte le nuove trivelle nelle acque territoriali dell’Atlantico e del Pacifico non potevano passare inosservati. Il segretario all’Interno, Deb Haaland, si è affrettata a precisare che non tutte le licenze potrebbero essere assegnate. Ma è servito a poco.
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La tempistica è particolarmente infelice. Solo la scorsa settimana, la Corte suprema ha tolto all’Epa la possibilità di decidere sui tagli alle emissioni dell’industria dell’oil&gas. In pratica, il principale strumento della politica climatica di Biden è evaporato con una sentenza. E mentre la Cina non perde occasione per sbeffeggiare il rivale (“gli Stati Uniti devono rispettare i loro obblighi internazionali sul cambiamento climatico e fare di più che gridare solo slogan”), anche il fronte interno si riscalda.
La società civile protesta. “L’amministrazione Biden aveva l’opportunità di rispettare il momento sul clima e di porre fine alle nuove licenze petrolifere offshore nel programma quinquennale degli Interni. Invece, la sua proposta di vendere nuove licenze petroliferae offshore è un fallimento della leadership climatica e una violazione delle promesse fatte in materia di clima”, riassume Drew Caputo, vicepresidente di Earthjustice. “Questa proposta è la solita storia di vendite di petrolio offshore a livello federale”.
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