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Anche gli allevamenti soffrono il caldo

li agricoltori cercano di abbeverare artificialmente le api per non farle morire. Ma non sono gli unici animali a soffrire il caldo

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Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Non solo i campi, ma anche gli animali soffrono per l’ondata anomala di caldo accompagnato da una grave siccità.

Le temperature superano spesso i 40 gradi, lavorare in campagna non è semplice. In Puglia, ad esempio, per tutelare la salute degli agricoltori, il lavoro in campo è interdetto dalle 11,00 alle 16,00.

Nemmeno le api non sfuggono agli effetti preoccupanti del clima. Ma come si interviene per dare un po’ di refrigerio alle api e ai loro alveari roventi?

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Abbeverare le api per non farle morire

Gli agricoltori cercano di abbeverare artificialmente le api per non farle morire. Allestiscono secchi d’acqua con galleggianti di sughero e polistirolo dove farle poggiare in modo che possano dissetarsi senza affogare.

Quando fa troppo caldo le api tendono a volare di meno e a rimanere a terra. Si rende però necessario abbassare la temperatura interna del nido per evitare che si sciolga la cera e collassi il favo.

Per regolare la temperatura all’interno dell’arnia le api sbattono velocemente le ali ottenendo una specie di “effetto ventilatore”, raccolgono le goccioline di acqua all’esterno e le portano dentro l’arnia per rinfrescarla.

Anche gli altri animali soffrono il caldo. Negli allevamenti di galline ovaiole, ad esempio, gli animali sono tenuti a temperature accettabili grazie agli impianti di climatizzazione.

Le mucche, fra stalle e pascoli

Più complicato dare sollievo agli animali nelle stalle, dove la situazione è più complessa. Ventilatori e doccette refrigeranti cercano di abbassare la temperatura e i pasti delle mucche sono distribuiti un po’ alla volta.

Il problema di questi animali è l’acqua. Quando il caldo è eccessivo, ogni animale arriva a bere fino a 140 litri di acqua al giorno, mentre nei periodi meno caldi bevono circa 70 litri di acqua al giorno.

La paglia è un ottimo termoisolante: gli allevatori la cambiano spesso per mantenere i giacigli degli animali più freschi possibile.

Inoltre, con lo stress da caldo le mucche producono meno latte, in alcuni casi la produzione è calata anche del 20%.

Non è che gli animali al pascolo non abbiano problemi. Le mandrie vanno verso i pascoli in montagna in cerca di erba e temperature più fresche; l’attuale ondata di caldo anomalo secca i prati e abbassa le falde, conseguenza di un inverno mite con scarse precipitazioni nevose.

Questa emergenza climatica nazionale sta mettendo in ginocchio coltivazioni e allevamenti, con danni che Coldiretti stima finora in tre miliardi di euro.