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Materie prime solari, il caro prezzi rallenterà il REPowerEU?

Secondo gli analisti di Wood Mackenzie, l'aumento dei costi del polisilicio, dell'argento e dell'alluminio costituirà un ostacolo per raggiungere l'obiettivo comunitario 2030 di almeno 420 gigawatt fotovoltaici

Materie prime solari
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Materie prime solari, l’Europa ha bisogno di una supply chain locale

(Rinnovabili.it) – Sulla carta il REPowerEu, presentato a metà maggio dalla Commissione europea, ha grandi obiettivi. Il piano si impegna ad alzare entro il 2030 tutti i principali impegni sulla transizione energetica, fissando nuovi target per rinnovabili ed efficienza. Uno strumento pensato per accelerare la decarbonizzazione e la sicurezza energetica del Blocco. La nuova strategia arriva, tuttavia, in un momento delicato in cui – impatti della guerra russa a parte – i prezzi delle commodity appaiono incastrati una spirale rialzista. E in molti si chiedono oggi quale impatto avrà questo caro prezzi sulla transizione verde dell’Europa. Secondo Wood Mackenzie, azienda di Verisk, c’è da stare in guardia, soprattutto nel mercato fotovoltaico.

L’iniziativa REPowerEU ha il potenziale per aggiungere almeno 420 gigawatt solari entro il 2030″, spiega la società. “Tuttavia, l’aumento dei costi delle materie prime solari potrebbe diventare un ostacolo per raggiungere questo obiettivo”.

Negli ultimi mesi, la catena industriale del fotovoltaico ha assistito a continui aumenti di prezzo, annullando tutte le riduzioni raggiunte negli anni passati. Basti pensare al polisilicio, il cui costo è triplicato negli ultimi 18 mesi a causa delle restrizioni pandemiche e alla crisi energetica della Cina. Anche il vetro antiriflesso utilizzato per la copertura laterale anteriore dei moduli è sotto pressione a causa dei rincari nel mercato del gas naturale. Aumenti del 30% sono stati registrati inoltre per alluminio, acciaio zincato e rame.

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La spinta globale a eliminare gradualmente i combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite ha guidato l’innovazione e le politiche che hanno portato a un’enorme riduzione dei costi nel settore del solare fotovoltaico negli ultimi due decenni”, afferma Theo Theodorou, analista senior di Wood Mackenzie. “Tuttavia, l’anno scorso, una tempesta perfetta di interruzioni dovute al covid, una rapida ripresa della domanda dagli impianti fotovoltaici, tariffe di trasporto in rapido aumento e prezzi elevati delle materie prime solari hanno fatto crescere i costi dei moduli di oltre il 20%. I prezzi globali delle materie prime chiave come il polisilicio, l’argento, l’alluminio, il rame e l’acciaio hanno tutti raggiunto i massimi pluriennali”.

Per non mancare la meta, è necessario creare una catena di approvvigionamento solare locale, espandendo rapidamente le capacità industriali attuali. Gli analisti di Wood Mackenzie stimano che sia necessario per l’Europa aumentare di 3 volte la produzione di polisilicio, di 20 volte quella dei wafer, di 42 volte quella delle celle e di 6 volte quella dei moduli.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.