I controlli nascondono un “intento intimidatorio” perché sproporzionati rispetto ai fatti, denuncia il movimento per il clima. Che chiede al governo di interrompere ogni rapporto con la società russa
Sequestro dei cellulari e flessioni per i 3 esponenti dei Fridays for Future
(Rinnovabili.it) – “Il gas fossile uccide”, scritto con una bomboletta spray durante una protesta per il clima, vale una denuncia per imbrattamento e sabotaggio con fumogeni. Lo hanno scoperto stamattina alle 6:30 tre attivisti italiani dei Fridays for Future quando i carabinieri hanno bussato alle loro porte a Milano per perquisirli. Per il movimento per il clima si tratta di un’azione che nasconde un “intento intimidatorio”.
“Alle 6:30 di stamattina tre attivisti di Fridays For Future Milano sono stati perquisiti nelle proprie abitazioni da 18 carabinieri – 6 ognuno – a seguito di un mandato di perquisizione. Sono state perquisite le loro case, sequestrati telefonini e abiti, ed è stato chiesto di spogliarsi e fare flessioni”, recita il comunicato ufficiale del network diffuso su Telegram.
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I fatti. Due mesi fa, il 19 marzo, i FfF organizzano un’azione di protesta davanti alla sede di Centrex, una controllata dell’azienda russa Gazprom. Si tratta di un’uscita come tante altre in vista dello sciopero globale per il clima fissato per il 25 marzo. Gli attivisti denunciano il ruolo della compagnia nella crisi climatica e anche nella guerra in Ucraina, visto che i proventi del gas russo finanziano le operazioni belliche del Cremlino. Denuncia che avviene, tra le altre cose, anche con delle scritte a spray sull’edificio. “Il gas fossile uccide” a lettere cubitali bianche bordate di rosso, intermezzato da altri messaggi come “People not $” e “Basta affari con i dittatori”. Secondo la denuncia di Gazprom, gli attivisti avrebbero acceso un fumogeno che avrebbe impedito alla sorveglianza di utilizzare le telecamere di controllo.
La reazione delle autorità italiane quindi è sproporzionata, denunciano i Fridays for Future. “La ricerca di prove tramite perquisizione avviene attraverso un dispiegamento delle forze dell’ordine sovradimensionato rispetto alla pericolosità degli attivisti nonché a distanza di due mesi dall’azione, oltre che due giorni dopo l’accordo siglato da Eni e Gazprom per l’acquisto in rubli del gas russo”, continua il comunicato dei FfF.
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La risposta delle forze di sicurezza “fa riflettere ancora una volta su sulle difficoltà con cui il nostro Paese accoglie le istanze dei movimenti ambientalisti”, rincara la dose il comunicato spostando l’attenzione sulla politica. Al governo, i FfF chiedono di “interrompere i rapporti commerciali con Gazprom per l’acquisto di gas russo, un potente climalterante che minaccia non solo gli equilibri geopolitici, ma anche climatici di tutto il mondo”.
Incassando la sponda degli europarlamentari Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che notano che “se gli accadimenti dovessero essere confermati, sarebbero di una gravità inaudita” e per questa ragione, anticipano, “i nostri parlamentari presenteranno un’ interrogazione al Governo per chiarire lo svolgimento dei fatti”.