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Fototetti piemontesi

Parte con successo il progetto regionale per la riconversione energetica degli edifici. Boom di richieste da enti pubblici e aziende. I primi interventi interesseranno Palazzo Nuovo e il PalaIsozaki a Torino e l'ospedale di Alba. In progetto anche la creazione di campi solari sulle aree delle vecchie discariche

di Federico Vozza

Uniamo le Energie, la sfida lanciata dalla presidente Mercedes Bresso per far sì che il Piemonte sia la prima regione italiana a raggiungere il traguardo 20-20-20 (minor consumo di energia, riduzione delle emissioni di CO2 e sviluppo dell’energia verde), sta producendo i primi effetti. E’ senza precedenti il successo riscosso dai bandi pubblicati lo scorso giugno per l’efficienza energetica negli insediamenti produttivi e per la produzione di energia pulita: 327 domande, di cui solo 141 potranno essere ammesse a finanziamento.
Gli assessori all’Energia, Andrea Bairati, e all’Ambiente, Nicola De Ruggiero hanno voluto dare qualche anticipazione su alcuni dei progetti. Ed ecco qualche sorpresa.
In primo luogo per tutti quei torinesi che proprio non amano la corazzata decadente di Palazzo Nuovo. La sede delle Facoltà umanistiche cambierà volto a partire dal 2011, quando si doterà di un “cappotto solare” (questa la definizione data dall’assessore Bairati). Una doppia pelle fatta di pannelli solari, che consentirà di ridurre del 70% il fabbisogno energetico della struttura e di produrre addirittura energia in eccesso. Grazie a questa operazione l’Università rispamierà circa 700 mila euro all’anno sulla bolletta energetica, oltre a ricavare 60 mila euro dalla vendita sul mercato del surplus energetico.
A Torino anche il PalaIsozaki, che già primeggia per essere il migliore impianto sportivo polifunzionale italiano, verrà dotato di un impianto fotovoltaico che provvederà alla fornitura di oltre il 30% del fabbisogno energetico. Verranno inoltre coinvolte nella riconversione verde anche le altre strutture presenti nell’area di piazza d’Armi: Stadio Olimpico, Piscina Olimpica, Piscina monumentale, Piscine comunali, e Teatro dei Ragazzi.
Tra i primi interventi anche quello sul nuovo ospedale di Alba-Bra, che si trova a Verduno, per l’installazione di impianti geotermici per la produzione di acqua calda (invernale) e acqua fredda (estiva) che serviranno per la climatizzazione.
I progetti regionali per il miglioramento dell’efficienza energetica poggiano sulle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per il programma FESR 2007–2013, per un totale di 270 milioni di euro. Con la prima trance di 140 milioni stanziati per il 2009 sono stati attivati tre bandi: la Misura 1 che si rivolge alle imprese, e prevede, per una dotazione di 50 milioni di euro, la realizzazione di impianti che sfruttino le fonti rinnovabili o di progetti di efficienza energetica localizzati nei siti produttivi; la Misura 2, destinata invece alle piccole e medie imprese e prevede un contributo regionale per la realizzazione di nuove linee di produzione di sistemi legati alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica, con una dotazione di 40 milioni di euro; la Misura 3, destinata a imprese ed enti pubblici, con una dotazione complessiva di 50 milioni di euro, ripartita in 10 milioni di euro per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte solare su discariche esaurite e 13 milioni e 800 mila euro per la realizzazione dei primi interventi di efficienza energetica nel settore ospedaliero, presso gli istituti universitari e le strutture pubbliche.
L’assessore all’Energia, Andrea Bairati ha calcolato che i 140 milioni di euro stanziati “muoveranno una leva economica di oltre 700 milioni di euro”. “Un risultato importante e incoraggiante. I prossimi passi saranno 12 interventi su ospedali piemontesi e 11 edifici scolastici, un progetto che porteremo avanti con il Comune di Torino”.
“I progetti per produrre energia da fonte solare nelle aree delle discariche esaurite -ha concluso l’assessore all’Ambiente Nicola De Ruggiero- sono un modo per non sprecare ulteriormente il territorio. Rientrano nella post-gestione dei relativi siti che avranno bisogno per i prossimi anni di un attento e costante monitoraggio, essendo aree che, non potendo essere utilizzate per altri fini, correrebbero il rischio di rappresentare solo una passività per la collettività. La realizzazione di campi fotovoltaici può contribuire alla riqualificazione ambientale delle aree, consentendo, attraverso la vendita dell’energia elettrica prodotta, di affrontare i costi di post-conduzione”.