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Legge antidiossina, Vendola: dopo Taranto la volta di Brindisi

Dopo l'approvazione della legge regionale sui limiti di diossina nelle emissioni industriali, polemiche, annunci di nuove iniziative e lettere aperte alla Prestigiacomo

“Abbiamo scritto una pagina molto dignitosa del consiglio” è stato il commento finale al dibattito sulla regionale per la legge che determina il livello di diossina nelle emissioni, portandola ai livelli europei, da parte del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
Che poi ha aggiunto: “Da domani comincia un’altra battaglia una battaglia che si chiama Enel, si chiama Cerano, si chiama Brindisi”. Vendola ha invitato l’opposizione di centro-destra di condurre sull’ambiente una “battaglia bipartisan. “Facciamola insieme – ha ripetuto più volte il presidente – la battaglia per qualificare investimenti che parlano di vita, di salute, che parlano di cose belle”.
Sul problema dell’Ilva e dei suoi cassaintegrati, che rischiano ora di arrivare a 4000, il governatore Nichi Vendola va all’attacco. “Ricordo che quando, appena eletto governatore, incontrai Riva, al di là della persona, mi parve di incontrare un personaggio ottocentesco, per il modo col quale trattava gli operai iscritti alla Fiom Cgil. Gli dissi che avrebbe avuto un interlocutore duro e, difatti questa interlocuzione è stata interrotta ogni volta che Riva ha licenziato sindacalisti”.
Riguardo alla polemiche del ministro Prestigacomo, e in merito alla lettera che ha scritto a Berlusconi, che non gli ha ancora risposto, Vendola ribadisce che la Puglia ha chiamato l’Italia ad una battaglia di civiltà, perché non è possibile pensare al futuro continuando a produrre lavoro e veleni.
Ora si sposta l’attenzione su Taranto, dove il tavolo istituzionale con le imprese sarà più caldo. Ma anche a Roma dove sicuramente qualcuno penserà a qualche ricorso alla legge.
Intanto sul caso la associazione PeaceLink ha scritto una lettera aperta di cui riportiamo qui di seguito in integralmente un brano significativo.
“Gentile Ministro dell’Ambiente, questa è la terza volta che come PeaceLink Le scriviamo. Lo facciamo perché sappiamo che Lei è attenta all’opinione pubblica. Infatti quando Le abbiamo segnalato i limiti del governo britannico alle emissioni di Polonio e Piombo radioattivo nelle acciaierie sono sono scattati dei controlli.
L’ultima volta abbiamo segnalato un tipo di tecnologia che può ridurre del 97% le emissioni di diossina inviandole i dettagli tecnici, a dimostrazione che in altre parti del mondo sono già ampiamente scesi sotto il limite di 0,4 nanogrammi a metro cubo di diossina a metro cubo, calcolata in tossicità equivalente.
Quella documentazione ha convinto vari consiglieri del centrodestra che la legge antidiossina della Regione Puglia era ragionevole e applicabile.
Le scriviamo adesso perché vogliamo che Lei si proponga una modifica all’allegato tecnico del Codice dell’ambiente. Quell’allegato consente emissioni di diossina fino a 10000 (diecimila!) nanogrammi a metro cubo calcolati in concentrazione totale. E’ un limite talmente assurdo che il premio Nobel per la Pace Al Gore, appositamente informato mentre recentemente era in visita a Milano, ha annunciato di voler venire a Taranto “perché il toro va preso per le corna”, così ha detto.
Gentile Ministro, quel limite è uno scandalo internazionale. Va modificato e vogliamo che Lei si impegni per modificarlo. Va modificato prima che l’Italia divento lo zimbello della nazioni civili e che Taranto divenga famosa sui giornali internazionali come la “capitale della diossina”. Quel limite di 10000 nanogrammi va modificato soprattutto perché a Taranto la catena alimentare è già contaminata da diossina.
Le scriviamo d’intesa con il signor Vincenzo Fornaro a cui hanno abbattuto tutte le pecore e le capre contaminate da diossina. Il signor Fornaro, assieme ad altri allevatori della nostra zona, è sul lastrico. Quel dissennato limite consente di emettere diossina al di sopra degli obiettivi fissati dal Protocollo di Aarhus…”