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Scatta l’obbligo SOA per i lavori sopra ai 516mila euro legati ai bonus edilizi

L'obbligo dell'attestato SOA è stato introdotto ieri nel Dl Ucraina e scatterà dal 2023 per i lavori connessi ai bonus edilizi sopra ai 516.000 euro

Bonus-edilizi
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Un emendamento che divide il mondo imprenditoriale che opera nei bonus edilizi

(Rinnovabili.it) – Un emendamento approvato nella notte al DL “Ucraina” n.21/2022 ha introdotto l’obbligo della qualificazione SOA per le imprese che intendono lavorare nelle riqualificazioni connesse ai bonus edilizi e Superbonus. Anche se gli obblighi non entrano in funzione subito, ma dal 2023 e riguarderanno interventi sopra ai 516mila euro, la decisione ha suscitato un dibattito acceso tra i favorevoli ed i contrari.

Ancora una barriera burocratica nella travagliata storia degli ecobonus”, commentano CNA e Confartigianato. “Con l’emendamento approvato, il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche”.

Quanto approvato costituisce un principio inaccettabile, che esclude di fatto dai lavori di riqualificazione le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla ha a che fare con la qualificazione delle imprese”.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento approvato dalle Commissioni Finanze e Industria introduce un meccanismo di qualificazione delle imprese, l’attestazione SOA. Si tratta di una certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici. In pratica un documento che attesta la capacità dell’impresa di eseguire o subappaltare opere pubbliche di lavori con base d’asta superiore a 150.000 euro.

Con le modifiche al DL Ucraina, dal 2023, le imprese che decideranno di lavorare in cantieri destinati a bonus edilizi e Superbonus dovranno possedere la qualificazione SOA. Si tratterà quindi dell’ultimo step a disposizione per i bonus, l’ultimo anno di applicazione.

Favorevoli e contrari

L‘Ance, Associazione Nazionale Costruttori, da tempo ormai chiede l’inserimento di un maggiore controllo nella qualificazione delle imprese che operano nei Bonus edilizi. Per l’Associazione questo è l’unico modo per sventare le frodi, lasciando le imprese che operano nella legalità, libere di lavorare.

Tuttavia, come sottolinea il CNA, questi ennesimi cambiamenti potrebbero portare ad escludere le imprese più piccole, solitamente non abituate a lavorare negli appalti pubblici. “Servirebbe, piuttosto, una legge che riconosca il profilo professionale e i requisiti delle imprese edili. Sappiamo peraltro che anche nel pubblico le SOA non hanno dimostrato particolare efficacia e non hanno alcuna utilità nel contrasto delle frodi. Unico effetto della norma: l’ennesimo rallentamento dell’esecuzione dei lavori e l’apertura di un business rilevante per le società che rilasciano attestazioni SOA”, conclude il CNA.