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Eolico: cresce l’occupazione, 125% in 5 anni

Nella sola Europa le società attive nel settore dell’energia eolica danno lavoro a circa 108.600

Il settore occupazionale sta affrontando il severo momento di crisi che da un capo all’altro del mondo minaccia tagli di personale e posti di lavoro dalle cifre impressionanti. A fare eccezioni è l’industria dell’eolico che, a quanto riporta l’Associazione europea di settore EWEA (European Wind Energy Association), sembra non soffrire la recessione che ha già investito gli altri comparti energetici, come ad esempio quello della produzione del carbone. Ai giorni d’oggi le compagnie eoliche nell’Unione Europea danno lavoro a circa 108.600 persone, cifra che, se confrontata con quella del 2003, (circa 48.363 addetti) mostra una crescita complessiva dell’occupazione in questo comparto del 125%.
A guidare lo sviluppo del green job, Germania e Danimarca, rispettivamente con 38.000 e 23.500 impieghi diretti, i due Paesi in cui si è maggiormente registrato un progressivo spostamento dell’asse lavorativo in campo energetico, dai settori industriali tradizionali a quelli delle rinnovabili. Ad aver scommesso su questa tecnologia è anche la Spagna, altro risultato occupazionale importante con i suoi 20.500 impieghi che divengono 37.000 se si calcola anche tutto l’indotto, incluse le compagnie che forniscono servizi o prestano attività connesse all’eolico.
E le proiezioni EWEA promettono un quadro incoraggiante anche per il futuro: circa 184.000 dipendenti, tra diretti e indiretti per il 2010 che passeranno a 318.000 nel 2020, con un coinvolgimento di tutti i paesi UE. Primi a rispondere i mercati di Italia, Francia, Irlanda e Portogallo più attivi e dinamici rispetto quelli dei Paesi dell’Est, che trarranno vantaggio della liberalizzazione del mercato elettrico e dai bassi costi della loro mano d’opera, ma i cui primi risultati non si vedranno prima di tre, quattro anni.

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