Rinnovabili • La tecnologia nell’agricoltura di domani, arriva Agridigit

L’innovazione rende l’agricoltura sostenibile

Si parla genericamente di innovazione in agricoltura. Ma sappiamo davvero quanto sia preziosa in agricoltura? La sostenibilità non è solo una richiesta del Green Deal europeo, è un dovere per la sopravvivenza del Pianeta. Le nuove tecnologie rendono l’agricoltura più produttiva e meno inquinante, e consentono ai consumatori di conoscere i processi produttivi dal campo alla tavola

La tecnologia nell’agricoltura di domani, arriva Agridigit
Credits: : Andrii Yalanskyi -123rf

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Cosa si intende realmente per innovazione in agricoltura? I termini più ricorrenti in tema di innovazione esprimono concetti diversi: agricoltura 4.0, agricoltura digitale, agricoltura di precisione, IoT.

Una cosa è sicura: lo smart farming, la gestione agricola intelligente, coniuga l’agricoltura tradizionale con le nuove tecnologie per arrivare a produzioni migliori e più sostenibili.

Anche la strategia Farm to Fork, che rientra nel Green Deal Europeo, ritiene che l’agricoltura digitale sia un elemento imprescindibile dalla sostenibilità e dalla razionalizzazione delle colture.

Agricoltura 4.0

L’agricoltura 4.0 è il punto di arrivo del percorso che l’agricoltura ha fatto dall’inizio del Novecento a oggi.

Nell’agricoltura 1.0, la combinazione di manodopera e forza degli animali (forse chi ha qualche anno in più sulle spalle ricorderà gli aratri tirati dai buoi) caratterizzava un’agricoltura estremamente faticosa e non altrettanto produttiva.

Negli anni Cinquanta l’agricoltura 2.0 cambia le carte in tavola: meccanica, agrofarmaci e fertilizzanti chimici hanno sicuramente aumentato la produttività, ma il prezzo da pagare è stato alto in termini di impatto ambientale e di perdita di sostenibilità.

La coda lunga dell’agricoltura 2.0 non è ancora esaurita e stiamo faticosamente cercando di percorrere una strada alternativa e più sana.

Negli anni Duemila si sperimenta l’agricoltura 3.0, o agricoltura di precisione. Inizia la raccolta di dati grazie agli strumenti di geolocalizzazione satellitare e arrivano le prime macchine agricole a guida satellitare.

Un esempio tipico è la guida parallela, cioè il sistema automatico che permette di mantenere la traiettoria in campo con un margine di errore minimo: un sistema che permette di fare le lavorazioni di notte (di grande utilità quando di giorno fa troppo caldo oppure quando c’è scarsa visibilità).

Questo sistema conviene soprattutto alle aziende che hanno molti ettari da coltivare o ai contoterzisti (ovvero chi fa lavorazioni agricole con mezzi propri per conto di altri).

È vero che questi mezzi hanno un costo elevato, ma permettono di ottimizzare il lavoro e quindi nel lungo termine sono convenienti per tutti gli imprenditori agricoli perché consentono loro di aumentare il profitto ma anche il livello di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

L’agricoltura 4.0 (o smart agricolture) è la somma dell’agricoltura di precisione con l’uso di internet e di tecniche computerizzate per il monitoraggio delle colture: un sistema di controllo costante che permette il risparmio idrico, di fertilizzanti e di pesticidi.

I dati sono di proprietà dell’agricoltore; tuttavia, se si ragiona in termini di filiera produttiva, sarebbe opportuno condividerli per creare un sistema da utilizzare nel modo più proficuo.

L’agricoltura 4.0 presuppone una formazione degli operatori lungo l’intera filiera: pensiamo infatti alla tecnologia blockchain che consente al consumatore di conoscere il percorso del cibo che acquista dal campo allo scaffale.

Agricoltura digitale

L’agricoltura digitale, o agricoltura dei dati, è estremamente utile per risolvere i problemi amministrativi e gestionali.

Ad esempio, aiuta a predisporre la documentazione per adempiere alle prescrizioni di legge, a prendere decisioni in base alle informazioni raccolte in campo (data drive decision), o fare scelte per l’innovazione (data driven innovation).

Con l’agricoltura digitale tutto è misurabile, e quindi controllabile, e le informazioni sono la base per prendere le decisioni ragionate ed efficaci che facilitano la crescita di un’azienda.

Agricoltura di precisione

Con il monitoraggio in campo abbinato alla tecnologia Gps l’agricoltura di precisione permette di raccogliere i parametri relativi a una determinata area (quantità e qualità del raccolto, caratteristiche del terreno e delle piante). Elaborando questi dati si possono ridurre le tecniche più impattanti.

Rientrano nell’agricoltura di precisione gli interventi per irrigare, fertilizzare e curare solo quando e dove serve, quindi senza spreco di acqua e limitando gli interventi della chimica. Fondamentale è la disponibilità di dati in tempo reale per programmare interventi efficaci e tempestivi.

Si dovrebbe così realizzare l’intensificazione sostenibile, ovvero l’incremento della produzione riducendone l’impatto ambientale. In pratica, con l’uso più efficiente delle risorse si dovrebbe produrre di più con meno.

IoT

L’Internet of Things (IoT) mette a disposizione degli agricoltori una moltitudine di dati che sono utili solo se interpretati in modo corretto. Quindi si torna anche qui all’indispensabile formazione degli operatori agricoli.

L’IoT è in crescita e dimostra il cambio di mentalità che si sta verificando nel mondo dell’agricoltura. È sempre più diffuso il ricorso all’IoT per la gestione dei campi e degli allevamenti.

Nelle stalle permette di controllare a distanza in tempo reale il benessere e le necessità degli animali: dalla distribuzione del mangime alla produzione di latte, fino allo stato di salute del bestiame.

In campo, l’IoT permette la gestione ottimale dell’irrigazione e la gestione dei fertilizzanti.

Inoltre, è molto importante nella fase di stoccaggio perché consente di monitorare i macchinari e intervenire in caso di potenziali pericoli (blocchi, incendi, etc.) anche a salvaguardia dei lavoratori.

Perché l’Iot sia impiegato su larga scala e diventi la nuova normalità bisogna risolvere tre problemi principali: il costo dei sensori ma soprattutto l’inadeguatezza infrastrutturale delle reti che non sono abbastanza avanzate da consentire collegamenti rapidi e funzionali, la cultura tecnologica degli agricoltori non abbastanza diffusa.

Al momento, nelle aree rurali difficili da raggiungere è in espansione la rete LPWA (Low Power Area Network) che permette comunicazioni wireless a largo raggio e a bassa velocità tra dispositivi IoT di piccole dimensioni alimentati a batteria.

La trasmissione dei dati avviene a intervalli regolari e non in modo continuativo, quindi con minore consumo di energia.

Innovazione e consumatori

L’agricoltura è considerata alquanto tradizionalista, e qualcuno è ancora diffidente verso le nuove tecnologie e preferisce le care abitudini di una volta.

Il ricambio generazionale e la nascita di startup e di nuovi giovani imprenditori agricoli l’ha invece trasformata in un settore produttivo ad alto tasso di tecnologia.

Anche i più tradizionalisti, però, fanno ricorso all’agrometeorologia per avere previsioni meteo di precisione utili per decidere se irrigare o fare trattamenti alle colture o impiegano i droni per monitorare le coltivazioni e avere informazioni utili per interventi mirati in campo.

Un altro fattore che gioca a favore dell’innovazione in agricoltura è il crescente interesse dei consumatori nella ricerca della qualità dei prodotti e nella loro sostenibilità ambientale e sociale.

Non basta più conoscere la provenienza geografica di materie prime e prodotti, la tecnologia blockchain permette di conoscere i processi produttivi dal campo (coltivazioni a basso impatto, rispetto dei lavoratori) alla tavola.