Il progetto, presentato nel corso dell'Assemblea Capitolina straordinaria sui rifiuti, prevede di realizzare un impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti da 600 mila tonnellate annue. Legambiente: "Una scelta totalmente sbagliata". Europa Verde: "darà luogo a vertenze tali da non consentirne l’entrata in funzione prima di 5 anni"
A regime il termovalorizzatore di Roma dovrebbe essere secondo in Italia per capacità
(Rinnovabili.it) – Anche la città eterna si doterà di un termovalorizzatore. Lo ha annunciato oggi il sindaco Roberto Gualtieri in occasione dell’Assemblea Capitolina straordinaria sui rifiuti. Un impianto che a regime dovrebbe vantare la seconda capacità di termovalorizzazione più grande d’Italia, permettendo alla Capitale di recuperare l’antico deficit impiantistico. Oggi, infatti, Roma dipende in misura altissima da impianti di terzi che attualmente trattano il 96% della quota differenziata dei rifiuti e l’85% di quella indifferenziata. Ricorrendo per lo più a strutture Tmb (trattamento meccanico-biologico) e discariche; quest’ultime accolgono circa 450mila tonnellate di rifiuti romani ogni anno, ossia il 30% del totale prodotto. Ben più della media nazionale.
“L’attuale assetto del ciclo di rifiuti di Roma capitale vive in una dimensione di cronica e latente emergenza, pronta a deflagrare ogni volta che uno dei suoi fragili sbocchi entra in difficoltà”, ha sottolineato Gualtieri nel suo discorso in aula. “Questa situazione è stata resa ancora più acuta negli anni da una assenza di una capacità pianificatoria in grado di garantire necessarie soluzioni nel medio lungo periodo”.
La strategia per “chiudere il cerchio” secondo Gualtieri
Per uscire da “questo circolo vizioso” è necessario chiudere definitivamente il ciclo di rifiuti, afferma il primo cittadino. Come? Con azioni che riducano a monte la produzione di spazzatura, incoraggiando il riuso e il riciclo dei materiali. E portando la raccolta differenziata almeno al 65% anche grazie alla realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e riutilizzo. “Per questo intendiamo investire nei centri di raccolta. Ci proponiamo di averne 30 di 10 attraverso il PNRR. Abbiamo inoltre chiesto il finanziamento per due ulteriori impianti di trattamento per carta e plastica”.
Nel piano dell’Urbe spunta anche il progetto di una struttura per la valorizzazione energetica dei rifiuti. “Il nuovo termovalorizzatore da 600mila tonnellate, che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi ci permetterà inoltre di chiudere il Tmb di Rocca Cencia, come chiedono da tempo i cittadini di quel territorio, e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche”, dichiarato il sindaco di Roma. Secondo l’amministrazione, in questo modo sarebbe necessaria solo una piccola discarica di servizio per il conferimento degli inerti “che potrà limitarsi a 60.000 tonnellate l’anno”.
L’impianto dovrebbe produrre un quantitativo di energia elettrica sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 150.000 famiglie l’anno. “E risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie”, nello stesso periodo.
I primi no al termovalorizzatore di Roma
L’annuncio ha attirato diverse critiche. Prime fra tutte quelle di Legambiente. “La costruzione di quello che sarebbe il secondo più grande termovalorizzatore italiano nella Capitale è una scelta totalmente sbagliata, contraria alle politiche ambientaliste e ai principi di sviluppo ecosostenibile ed economia circolare”, hanno ribattuto Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, e Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Il dimensionamento ipotizzato per questo impianto condannerebbe addirittura Roma a non poter superare il 65% di differenziata, proprio per la necessità di alimentarlo di rifiuti. “immaginare poi che un termovalorizzatore del genere possa provocare un impatto ambientale sostanzialmente nullo come abbiamo letto, è chiaramente falso”.
Non solo. Come ricordano Filiberto Zaratti e Simona Saraceno, co-portavoce regionali di Europa Verde, Marco Cacciatore, Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Rifiuti, e Nando Bonessio, Consigliere Capitolino e Vicepresidente Commissione Ambiente “l’entrata in esercizio di impianti delle dimensioni e della tipologia annunciate oggi dal Sindaco Gualtieri in Aula Giulio Cesare, darà luogo a vertenze tali da non consentirne l’entrata in funzione prima di 5 anni”.