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Il Campus Westbank di San Josè, la rivoluzione carbon neutral della Silicon Valley

Un progetto di riqualificazione che investe nella sostenibilità, cinque architetture firmate da 5 archistar quale esempio da seguire: ecco il futuro campus westbank di San Josè

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via depositphotos.com

Energia rinnovabile, riutilizzo adattivo, soluzioni passive e biofilia saranno i capisaldi di Westbak San Josè

(Rinnovabili.it) – La riqualificazione messa in atto dallo sviluppatore Westbank per San Josè è molto di più di un intervento di rigenerazione urbana. L’idea alla base del nuovo campus da oltre 460mila mq è reinventare il concetto di città, casa e lavoro. Ad aiutare lo sviluppatore Westbank a San Josè ci penseranno grandi nomi dell’architettura contemporanea. Kengo Kuma and Associates, Bjarke Ingels Group, Studio Gang, James KM Cheng Architects. Cinque progetti per ispirare le nuove generazioni di innovatori creando una comunità più sana e più bella.

Non si tratta semplicemente di essere più efficienti nell’uso di risorse scarse, ma di cambiare le relazioni interumane e quella fra uomini e terra secondo quanto si legge nel Manifesto che accompagna il progetto.

La Silicon Valley centro dell’innovazione e… della disgregazione

Ma perchè San Josè e la Silicon Valley? A svelarci il motivo è lo stesso Manifesto che accompagna il masterplan della westbank. “Nelle ultime generazioni la Silicon Valley si è guadagnata la reputazione di centro mondiale dell’innovazione”, ma era così concentrata sul progresso tecnologico finalizzato a migliorare la qualità della vita delle persone, da scordarsi di mettere in pratica quanto sostenuto. Insomma, fate quello che dico ma non fate quello che faccio. Trasformare questo luogo rendendolo un esempio di efficienza, qualità della vita, greenbuilding e mobilità sostenibile è l’obiettivo.

La città di San Josè d’altro canto si è rivelta il naturale sviluppo green della Silicon Valley.

Costruire una comunità resiliente

Oltre 700 nuove residenze verranno realizzate a partire dalla riqualificazione di San Josè. I sei studi di architettura avranno il compoto di dar vita a progetto ciascuno col proprio fasciono, ma accomunati dalla sostenibilità.

L’obiettivo è:

  • Abbattere quasi completamente le emissioni di carbonio incorporato ed operativo.
  • Produrre energia rinnovabile in loco con sistemi di accumulo efficiente.
  • Creare una microgrid infrastrutturale per condividere l’energia tra i vari siti.
  • Dimostrare il potenziale dei materiali naturali e del riutilizzo adattivo delle strutture esistenti.
  • Portare avanti un concetto di economia circolare.
  • Investire sulla mobilità sostenibile, leggere, e soprattutto efficiente.

I cinque progetti chiave

Park Habitat, Kengo Kuma

Park Habitat Kengo Kuma – credits westbank

Per descrivere il progetto usiamo le parole dell’architetto Kuma, “I do not want to work inside when I can work outside”. Così nasce Park Harbour una struttura prevalentemente destinata ad uffici e commercio. Caratterizzato da una facciata biofila, l’edificio annullerà le barriere tra interno ed esterno. La lobby sarà una continuazione del parco pubblico, il portico sarà un piccolo bosco, mentre l’edificio sarà dotato di un vero polmone verde. Una sorta di corte centrale arricchita da giardini pensili che associata alla massa termica dell’edificio in cemento, faciliterà il passaggio della ventilazione naturale, raffrescando gli ambienti. Giardini sopraelevati, spazi di lavoro all’aperto ed una struttura modulare leggera, renderanno Park Habitat un vero green building.

Bank of Italy, BIG – BJARKE INGELS

Bank of Italy – credits westbank

Secondo le stime dei progettisti, il restauro dello storico edificio del 1927 della Bank of Italy, permetter di abbattere le emissioni del 70%. In termini numerici i progettisti sostengono che ristrutturare una struttura esistente piuttosto che costruirne una nuova, permetterà di risparmiare fino a 6000 tonnellate di CO2 equivalenti. Il riutilizzo adattivo che caratterizza gran parte del campus Westbank di San Josè, trova la massima espressione del restyling firmato da BIG. Verrà migliorato l’isolamento dell’involucro, mentre una serie di giardini pensili e terrazze eviteranno il surriscaldamento. Sarà alimentato al 100% da energia rinnovabile. Un sistema touchless a risparmio idrico e il design intelligente abbatteranno i consumi del 40%.

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The Energy Hub, BIG

The Energy Hub – credits westbank

Sempre di Big è l’Energy Hub, che condividerà con la Bank of Italy gran parte dei servii energetici, i parcheggi e le infrastrutture. Anche qui l’involcuro avrà un ruolo molto importante. Gli aggetti orizzontali ed i giardini pensili ridurranno il surriscaldamento al punto da abbattere i consumi per il raffrescamento del 45%.

The Orchard, James KM Cheng Architects

The Orchard James KM Cheng credits westbank

L’edificio sarà certificato LEED Platinum e tra le sue componenti prevede: un impianto fotovoltaico in copertura, un sistema di recupero delle acque piovane e delle acque grigie, la facciata biofila, una struttura in legno massiccio ed una serie di terrazzamenti.

Come dice lo stesso nome del progetto “The Orchard”, il frutteto, ingloberà il verde in facciata e sulla copertura.

Arbor, Studio Gang

Arbor Studio Gang – credits westbank

Anche in questo caso si tratta del riutilizzo adattivo di un edificio preesistente, al quale si aggiungerà una struttura in legno di 14 piani. Il design passivo a basse emissioni di carbonio sarà il fulcro del progetto. Gradi vetrate apribili per la ventilazione, ma schermate dai raggi diretti del sole grazie al verde.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.