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Miele millefiori, valorizzare il prodotto per supportare la biodiversità

Uno studio applicativo dell’Università di Trento ha analizzato il consumo del miele millefiori associandolo alle emozioni che suscita. Un prodotto versatile, impiegato in preparazioni dolci e salate, che molti estimatori. Sicuramente da valorizzare, anche perché sostiene l’apicoltura locale e protegge al biodiversità

Miele millefiori
BiodiMillefiori. Credits: ©UniTrento / Foto di Federico Nardelli – WALDEN PHOTO STUDIO

(Rinnovabili.it) – Il miele millefiori è una delle varietà di miele più apprezzate. Oggi arriva dall’Università di Trento uno studio sul miele millefiori.

Il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A), con il sostegno della Fondazione Caritro, ha condotto un approfondito studio applicativo sulla variabilità sensoriale del miele millefiori del Trentino e ha identificato l’indice di gradimento e le caratteristiche dei suoi consumatori.

Il miele millefiori è versatile. È ottimo nel tè e nel latte caldi, ma anche nella preparazione di torte e mousse dolci o di preparazioni salate. Ad esempio, si sposa molto bene con gli arrosti di maiale ed è ottimo mescolato a senape e limone per preparare un condimento per le insalate (provare per credere!).

Si tende a pensare che il miele monoflora (ovvero quello che viene da una sola specie di fioritura, ad esempio tiglio, eucalipto, acacia, etc.) sia destinato ai palati da intenditori.

Invece gli studi dell’Università di Trento sul miele millefiori dimostrano il suo alto indice di gradimento: quindi è da valorizzare, e in più sostiene l’apicoltura locale e protegge la biodiversità.

Proprietà sensoriali e gradimento dei consumatori

“Dalla bocca al fiore: promuovere la biodiversità attraverso la valorizzazione sensoriale dei mieli Millefiori trentini (BiodiMillefiori)” è un progetto di ricerca del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente dell’Università di Trento, sostenuto dalla Fondazione Caritro con finanziamento Post doc Caritro.

Danny Cliceri, l’assegnista di ricerca che ha svolto il lavoro, spiega l’obiettivo della ricerca: «Conoscere le proprietà sensoriali legate al gradimento dei consumatori è il primo passo per valorizzare i millefiori, caratterizzati da una variabilità sensoriale spesso inattesa. Raggiungere la clientela di elezione di un particolare miele millefiori può essere facilitato conoscendo le emozioni suscitate a seguito dell’assaggio, le sue modalità d’uso e i luoghi d’acquisto. Dal lato dell’apicoltore, conoscere le varietà botaniche responsabili di tali proprietà sensoriali può essere di supporto per stimare le potenzialità dell’area attorno all’apiario».

Le emozioni del miele millefiori, dal relax all’entusiasmo

I 30 campioni di miele millefiori sono stati raccolti con il supporto dell’Associazione Apicoltori Trentini, della Federazione Associazioni Apicoltori Trentino e della Fondazione Mach. 43 giudici dell’Albo nazionale degli esperti in analisi sensoriale del miele hanno definito la sua caratterizzazione sensoriale. L’Unità di Protezione delle piante agroforestali e apicoltura della Fondazione Mach ha svolto l’analisi dei pollini, utile a identificare le varietà botaniche e le proprietà sensoriali ad esse associate.

Il progetto BiodiMillefiori ha utilizzato i metodi dell’analisi sensoriale, in cui le persone sono gli “strumenti” per misurare la qualità percepita dei prodotti alimentari. Il miele millefiori è complessivamente apprezzato, seppure con alcune differenze sensoriali (i consumatori regolari preferiscono le sfumature dolci, quelli occasionali apprezzano le sfumature amare).

I luoghi di acquisto variano dai supermercati, ai mercati locali agli apicoltori; l’impiego varia dal dolce al salato, un consumatore su tre lo gusta al naturale con il cucchiaino. Interessante lo studio delle emozioni: i consumatori abituali lo associano a uno stato di relax, quelli occasionali a stati di entusiasmo e di ispirazione.

Un prodotto da valorizzare

Flavia Gasperi, responsabile del progetto e docente di Scienze e tecnologie alimentari, sottolinea l’importanza dello studio: «Il progetto è stato l’occasione per gettare uno sguardo sull’apicoltura e la sua capacità di supportare la biodiversità e ha mostrato il ruolo che l’analisi sensoriale può avere per la valorizzazione dei prodotti del settore.

La realtà trentina, dove il millefiori rappresenta il 70% della produzione di miele, può essere un modello da cui prendere spunto per valorizzare il millefiori. In base ai risultati della ricerca abbiamo già predisposto schede di caratterizzazione di prodotto a supporto dell’attività di apicoltura svolta in Trentino».