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Nucleare: liberi dalle scorie bruciandole in nuovi reattori

Un nuovo reattore chiamato «Compact Fusion Neutron Source» potrebbe risolvere il problema dello stoccaggio delle scorie nucleari rendendole al 99% inoffensive. Cauto ottimismo da parte dei tecnici italiani secondo i quali il progetto presenterebbe ancora dei punti ancora poco chiari

Proposta interessante e progetto serio, tuttavia molto delicato e complicato. È questo il tono con il quale è stato accolto il nuovo progetto statunitense presentato da un gruppo di fisici dell’Institute for Fusion Studies dell’Università di Austin in Texas. in sostanza, alla base del progetto, la possibilità di realizzare un reattore ibrido a fissione e fusione in grado di bruciare le scorie radioattive, altamente tossiche e di lunga vita, che in tal modo diverrebbero inoffensive.
Il progetto, pubblicato sull’ultimo numero della rivista di tecnologie della fusione nucleare “Fusion Engineering and Design”, e presentato da due degli autori stessi del progetto, Mike Kotschenreuther e Swadesh Mahajan, consiste nella realizzazione di un reattore ibrido a fissione e fusione, ovvero una «Compact Fusion Neutron Source», CFNS, cioè una potente sorgente di neutroni, non più grande di una stanza, costituita da un ‘tokamak’, una ciambella magnetica contenete deuterio a 100 milioni di gradi di temperatura.
L’intera struttura rientrerebbe a valle di in un processo di trattamento delle scorie strutturato in modo tale da aversi prima di tutto il riciclaggio al 75% delle scorie provenienti di reattori nucleari americani ad acqua leggera; dopodiché, le parti non riciclabili costituite da elementi transuranici altamente radio tossici e con vite medie di centinaia di migliaia di anni, finirebbero su un’altra linea di trattamento indirizzata al bombardamento neutronico all’interno dei nuovi reattori attraverso i quali oltre a produrre energia, la quota parte di elementi non riciclabili verrebbero rese inoffensive al 99%. Quanto alla portata dei reattori, ciascuno di essi si sbarazzerebbe delle scorie di 15 reattori convenzionali tanto da portare all’1% della quantità attuale di scorie la porzione da stoccare nei depositi geologici, la cui individuazione e gestione resta un nodo fondamentale al centro della discussione a livello globale. Tale progetto quindi rivoluzionerebbe il modo di vedere il futuro del nucleare per la produzione di energia; superato infatti il problema dello stoccaggio delle scorie, il nucleare rientrerebbe a pieno diritto fra le scelte nel settore energetico senza il peso, dal punto di vista ambientale, degli effetti collaterali fino ad ora associati al suo utilizzo. Dal punto di vista economico invece, la discussione resta accesa ed è proprio questo l’aspetto che porta gli esperti italiani di tecnologie nucleari, fra tutti l’Ing. Giancarlo Aquilanti a capo della task force nucleare di Enel, a manifestare un cauto ottimismo nei confronti del progetto texano. Altro dubbio sollevato dai tecnici del settore nucleare quello dei tempi d’applicazione e di realizzazione della nuova tecnologia.