In Toscana ci sono 4 milioni di olivi abbandonati. Una startup toscana, Ager Oliva, ha escogitato un modo per salvarli. Li offre in adozione per un anno (rinnovabile, se si ha voglia), li cura e produce olio biologico certificato per i “genitori adottivi”. Un’idea per recuperare la produzione e la biodiversità, per creare posti di lavoro e per evitare il dissesto idrogeologico dei terreni
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Ager Oliva è una giovane startup toscana nata nel 2021. L’idea si fa strada nel 2015 quando Tommaso Dami, discendente di una famiglia che produce olio da 25 anni, scrive la sua tesi di laurea in Economia sul mercato dell’olio d’oliva.
La Toscana è un po’ il simbolo dell’olio d’oliva italiano nel mondo, infatti è quello più conosciuto – e apprezzato – all’estero. Visto che proprio in Toscana ci sono ben 4 milioni di olivi abbandonati e che è impossibile industrializzare la coltivazione in collina, Tommaso ha pensato di farsi venire un’idea per salvarli dall’abbandono.
Un progetto di valore per ambiente, territorio e comunità locale
Un olivo abbandonato, malato, invaso dall’edera e dai pruni, con i rami da potare non riesce a produrre molte olive. Un olivo abbandonato vuol dire perdita di produzione, di biodiversità e di tradizioni, perdita di posti di lavoro, alterazione del paesaggio, mancanza di cura del terreno che porta al dissesto idrogeologico.
Il progetto di Ager Oliva, quindi, non si limita a salvare gli olivi abbandonati ma ha un forte valore di sostenibilità per l’ambiente, per il territorio e per la comunità locale. Finora l’azienda ha salvato circa 700 olivi.
Ager Oliva propone di adottare per un anno un albero di olivo: si sceglie la pianta e la zona in cui si trova, si può dare un nome alla pianta (ogni albero è numerato e quindi riconoscibile).
La tecnologia ha reso possibile questo progetto: per l’adozione occorre avere un tablet, un computer o uno smarthphone, le varie fasi di recupero delle piante si possono seguire a distanza e gli aggiornamenti arrivano via e-mail.
Se invece qualcuno ha voglia di “conoscere” il proprio albero può andare sul posto e seguire la sua rinascita da vicino.
Le varie fasi di recupero delle piante
Il recupero prevede varie fasi: il nutrimento della pianta e la cura delle malattie con prodotti biologici (una pianta abbandonata è più soggetta ad ammalarsi), il taglio dei rami infestati o secchi, la sfalciatura dell’erba intorno alla pianta, l’eliminazione dei polloni che crescono alla base del tronco (rami sterili che tolgono nutrimento alla pianta), la concimazione organica, la potatura per ripristinare la chioma ideale dell’albero d’olivo che permette di effettuare una raccolta da terra in sicurezza, la trinciatura dell’erba del campo. Tutto il processo è rigorosamente biologico.
La raccolta e la consegna delle olive per la molitura si fa a gruppi di quindici piante, a quel punto si ricevono due litri del proprio olio biologico certificato.
Un regalo speciale
L’adozione degli olivi può essere individuale o anche aziendale (un regalo per i dipendenti o per i clienti), oppure può essere un regalo speciale. Il costo va dai 49 ai 59 euro a seconda delle condizioni della pianta.
L’adozione vale per un anno e il rinnovo non è automatico: chi adotta è libero di continuare a farlo oppure no, anche se si consiglia di adottare una pianta per tre anni per completare il ciclo minimo di recupero.
Anche i proprietari di oliveti abbandonati possono rimetterli in produzione rivolgendosi ad Ager Oliva, che fa parte di Confagricoltura Pistoia, è in partnership con CNA Toscana ed ha il sostegno di Slow Food e Legambiente. Nel 2021 ha vinto il Premio Cambiamenti come migliore startup 2021 di Pistoia e Prato.