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Intelligenza artificiale al servizio dell’eolico

Termografia, ultrasuoni ed ingegneria robotica: gli “alpinisti” progettati dal Fraunhofer Institute promettono di scovare i danni alle turbine che sfuggono all’occhio umano

Le turbine eoliche, prevalentemente costituite in fibra di vetro rinforzata con materiali plastici, sono vulnerabili a fratture e difetti a volte impossibile da individuare per l’occhio umano. Vento, peso, forza centrifuga ed inerziale assieme all’erosione esercitata dalle particelle atmosferiche sottopongo gli aerogeneratori ad uno stress che ne diminuisce col tempo l’efficienza globale. Una soluzione al problema è stata messa appunto dai ricercatori del Factory Operation and Automation al Fraunhofer Institute con la creazione di RIWEA (Robot Inspects Wind Energy Converters), dispositivi di ingegneria robotica in grado di “scalare” in maniera autonoma le torri ed ispezionare i possibili danni al rotore eolico. Si tratta di dispositivi dotati di complessi sensori: attraverso l’utilizzo di un radiatore ad infrarossi conducono calore sulla superficie delle pale mentre una camera termica ad alta risoluzione registra i pattern di temperatura; l’immagine risultante individua i difetti nei materiali e i danni al di sotto della superficie sono rilevati dal sistema ad ultrasuoni incorporato al robot. Inoltre, mentre il bot svolge la sua analisi, un sistema modulare regolato da terra garantisce il mantenimento di un tracciato preciso. “I nostri robot non solo sono degli abili alpinisti”, spiega il Dr. Norbert Elkmann, Project Manager all’IFF di Fraunhofer e coordinatore del progetto. “possiedono una serie di avanzati sistemi sensoriali che ci permettono di studiare le pale da vicino”.

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