Il programma PRIMA assegnerà per il 2022 un finanziamento di 68 milioni di euro per la ricerca e l’innovazione nel settore agroalimentare. La ricerca italiana ha conseguito finora ottimi risultati: su 168 progetti finanziati, 129 vedono la partecipazione dell’Italia, 60 sono direttamente coordinati da un ente italiano. Dei 226 milioni di euro finora erogati dal programma, circa 52 milioni sono andati a ricercatori e innovatori italiani
Il programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) è il programma euro-mediterraneo che sostiene progetti di ricerca e innovazione sui sistemi agroalimentari sostenibili e la gestione delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo. Il budget di PRIMA è di 500 milioni di euro per un periodo di 7 anni.
PRIMA è promosso e finanziato congiuntamente dalla Commissione Europea e da 19 Paesi dell’area Euro-Med, 11 membri dell’UE (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna) e 8 non-EU (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia).
Per il 2022 il programma PRIMA assegnerà alla ricerca e all’innovazione nel settore agroalimentare un finanziamento di 68 milioni di euro.
Le ottime performance della ricerca italiana
Nei primi quattro anni di attuazione del programma PRIMA (2018-2021), la ricerca italiana ha conseguito ottimi risultati: su 168 progetti finanziati 129 vedono la partecipazione dell’Italia, e 60 progetti sono direttamente coordinati da un ente italiano.
Finora sono stati erogati dal programma 226 milioni di euro; circa 52 milioni di euro sono andati a ricercatori e innovatori italiani.
PRIMA rappresenta per l’Italia un importante strumento di promozione della ricerca e dell’innovazione in settori chiave quali la gestione efficiente delle risorse idriche e l’agroalimentare. Un’importanza da leggere anche nell’ottica della collaborazione internazionale tra i Paesi dell’Unione Europea e dell’area del Mediterraneo.
PRIMA contribuisce agli obiettivi del Green Deal
Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione PRIMA, spiega il ruolo del programma nel contesto euro-mediterraneo: «Con i suoi progetti di ricerca e innovazione attuati da ricercatori di tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo, PRIMA sta dando un prezioso contributo all’attuazione degli obiettivi del Green Deal in questa regione e in termini di diplomazia scientifica.
I ricercatori italiani, avendo un ruolo centrale in ben 129 progetti finanziati, stanno fattivamente contribuendo nel creare ponti e connessioni fra Paesi che condividono la stessa storia e il medesimo futuro».
«Il programma ha dato grandi soddisfazioni perché solo nell’ultimo triennio sono stati presentati molti progetti e tra quelli vincitori la partecipazione italiana ha percentuali elevate, nell’ordine del 75-80%» ha sottolineato Michele Mazzola (Ministero Università e Ricerca). Questo testimonia l’importanza e il livello della ricerca italiana.
Horizon Europe
La Commissione Europea co-partecipa al progetto sotto l’ombrello di Horizon 2020 (ora rinominato Horizon Europe) che per il periodo 2021-2027 ha in dotazione 95,5 miliardi di euro destinati a ricerca e innovazione. Il programma mette l’accento su green e digital, e PRIMA è assolutamente in linea con questa linea, ha precisato Adriano Addis (Rappresentanza Italiana Commissione Europea).
«Il PNRR può essere una piattaforma per rilanciare la ricerca italiana in Europa e nel Mediterraneo. Tra le missioni ci sono la lotta contro il cancro, l’adattamento al cambiamento climatico, la protezione degli oceani, protezione dei suoli, verde delle città, cibo. Due terzi dei suoli europei sono considerati in cattiva salute, l’obiettivo è recuperarli mettendo al centro le persone. In Italia ci sono 41 siti contaminati di interesse nazionale e 5 regioni a rischio desertificazione», ha affermato Pier Paolo Roggero (Mission A Soil Deal for Europe).
Per gestire la transizione verso suoli sani interviene una rete di 100 laboratori dove co-creare la conoscenza e verificarne il valore.
Danilo Porro (Cluster 6 Horizon Europe) ha lanciato un messaggio che ha trovato la sua realizzazione nel programma PRIMA: «Non dobbiamo perdere la capacità di collaborare, competere e confrontarci con la ricerca internazionale. I ricercatori non hanno confini».
Per i bandi PRIMA 2022 il Ministero dell’Università e della Ricerca mette a disposizione dei ricercatori italiani 7 milioni di euro.