Il governo di Berlino, per voce del ministro per la Transizione Ecologica Robert Habeck, fa sapere che potrebbe unirsi a Lussemburgo e Austria portando le regole UE per gli investimenti sostenibili di fronte alla Corte di giustizia europea. Ma la posizione tedesca è piuttosto ambigua
La settimana scorsa presentato il 2° atto delegato della tassonomia verde
(Rinnovabili.it) – La Germania non scarta l’idea di portare in tribunale il vademecum UE sugli investimenti sostenibili. Nonostante l’ok sul gas – su cui si incardina la transizione energetica tedesca – a Berlino continua a non andar giù l’inserimento del nucleare nella tassonomia verde. Così il vicecancelliere e ministro dell’Economia e della Transizione Ecologica, Robert Habeck, torna a posizionare il mirino sul secondo atto delegato, la parte di tassonomia presentata la settimana scorsa dalla Commissione e dedicata esclusivamente a gas e atomo.
“Osserveremo il voto del Consiglio europeo, e poi controlleremo se tutto è legalmente corretto”, ha detto ieri Habeck mentre era in visita in Francia per incontrare i suoi omologhi, Bruno Le Maire e Barbara Pompili. Una posizione molto più soft di quella di Austria e Lussemburgo, i due paesi che finora hanno annunciato di voler portare la tassonomia verde alla Corte di giustizia europea.
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Anche se Berlino agita la minaccia di un’azione legale, la dichiarazione di Habeck, leader dei Verdi tedeschi, fa sospettare che il nuovo governo tedesco non abbia poi molta voglia di dare il via a una crociata in solitaria – o quasi – contro la Commissione. Sì, la tassonomia verde ha spaccato anche l’esecutivo UE, con almeno 3 commissari che hanno votato contro. Un evento raro. Ma finora solo Austria, Spagna, Lussemburgo e Danimarca hanno detto chiaramente di essere contrari a dare la patente di sostenibilità a gas e nucleare.
Difficile pensare che Berlino si muova senza prima aver convinto altre capitali del nord e dell’est Europa, come Olanda o Polonia. Ma è altrettanto difficile convincere quest’ultime a fare a meno della pioggia di investimenti per la transizione, che per molti di loro – specie a est – si incardina proprio su gas e nucleare per abbandonare il carbone velocemente ma senza scossoni.
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Habeck ha comunque ribadito che “la posizione del governo federale è che non ci sarebbe stato bisogno del secondo atto delegato”. Per farlo annullare dal massimo tribunale UE, però, da Berlino si fa notare che bisogna attaccare il diritto stesso dell’UE di legiferare sulla materia. Quindi bisogna attaccare la base legale della seconda parte della tassonomia. Su questo punto la Germania non si è ancora pronunciata e solo l’Austria ha già pronta da tempo un’analisi in punta di diritto.