Rinnovabili • Cattura e sequestro della CO2:

Cattura e utilizzo della CO2 in Italia, nuovo progetto a Dalmine

Frutto dell'accordo tra, l'impianto catturerà l'anidride carbonica industriale riciclandola nelle coltivazioni, nel trattamento delle acque, nella lavorazione dei metalli

Cattura e utilizzo della CO2

Chi investe nella cattura e utilizzo della CO2 in Italia?

(Rinnovabili.it) – Nascerà in Lombardia e più precisamente nello stabilimento Tenaris a Dalmine (BG), uno dei primi impianti per la cattura e l’utilizzo della CO2 in Italia. Il progetto porta la firma di Saipem, società che ormai da tempo  da tempo sta costruendo un ricco portafoglio tecnologico nel segmento della CCUS (acronimo di Carbon, Capture, Utilisation and Storage). Ma ovviamente non sarà sola nell’impresa. L’iniziativa è frutto dell’accordo tra la società di Caio, il Gruppo chimico italiano SIAD e Tenaris, produttore di sistemi e servizi per l’industria energetica mondiale.

Il Memorandum of Understanding sottoscritto dalle tre realtà è finalizzato allo studio e progettazione di un impianto in grado di catturare la CO2 dai fumi industriali tramite un innovativo processo enzimatico. La tecnologia, proprietaria Saipem CO2 Solutions, evita l’uso di composti amminici tossici, tradizionalmente impiegati dal settore del CCS. Non solo. In termini di impatto ambientale ed economicità, la cattura enzimatica del carbonio richiede anche temperature più basse e un uso significativamente moderato di sostanze chimiche ed energia.

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L’impianto di cattura e utilizzo della CO2 di Dalmine sarà realizzato a fianco della centrale termoelettrica dello stabilimento di Tenaris. Qui dovrebbe sequestrare giornalmente 30 tonnellate di anidride carbonica. Per Michele Della Briotta, Presidente Tenaris Europa e AD TenarisDalmine, l’iniziativa “si colloca nell’ambito dell’obiettivo di Tenaris di ridurre del 30% le proprie emissioni di CO2 entro il 2030″. Ma l’obiettivo del progetto non è solo ridurre l’impronta di carbonio della società.

La CO2 catturata sarà successivamente utilizzata da SIAD destinandola ad una serie di attività industriali: da quelle del comparto alimentare e delle bevande alle coltivazioni, dal trattamento delle acque, alla lavorazione dei metalli. Fino ad impiegarla gas refrigerante a ridotto impatto ambientale. “Potrà essere utilizzata dai nostri clienti per applicazioni innovative in ambito ambientale e alimentare – aggiunge Bernardo Sestini, CEO SIAD – come nelle coltivazioni idroponiche a basso impatto”.

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L’intesa chi articolerà in varie fasi, la prima delle quali sarà uno studio di fattibilità. “La partecipazione a questo progetto  – ha affermato Francesco Caio, CEO e Direttore Generale di Saipem – consolida la nostra strategia di decarbonizzazione dei settori industriali e conferma il ruolo di Saipem come partner ideale per il Net Zero”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.