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Eolico a Gildone, servono regole chiare

La legge regionale N°15 del 21.04.08 pubblicata sul B.U.R. n. 12 del 31 maggio 2008 con la quale la Regione Molise approvava la “ Disciplina degli insediamenti eolici e fotovoltaici sul territorio,, sembrava, pur con i suoi limiti, porre finalmente delle regole certe per evitare lo sfruttamento selvaggio del territorio molisano.
L’aver stabilito con legge regionale un numero massimo di 545 torri eoliche ammissibili nella nostra Regione ( art.3 comma 2), pur nella considerazione dell’enormità di tale numero in rapporto all’estensione esigua del nostro territorio, dava comunque una certa tranquillità perché almeno si stabiliva un limite massimo da non poter superare ( in questo numero erano compresi anche i pali già in funzione). La stessa legge all’art.2 comma 1 scandiva con precisione le aree considerate non idonee all’installazione di impianti eolici (per esempio la valle del Tammaro con i rilievi che vi si affacciano).
Era logico che i signori del vento non potevano accettare i limiti posti dal Consiglio Regionale ed è così che l’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili ( APER) si mobilita e si rivolge al Governo nazionale che puntuale interviene con la Delibera C.d.M. del 11.07.08 per impugnare, ai sensi dell’art. 127 della Costituzione, la legge in questione. Con ricorso N°41 del 31 luglio 2008 del Presidente del Consiglio dei ministri si chiede alla Corte Costituzionale “di dichiarare costituzionalmente illegittimi e quindi annullare gli art.2, 3, 4 e 5 della legge della regione Molise n.15…,,. Praticamente l’intera legge, con buona pace del lavoro del Consiglio Regionale!
Non risulta che l’avvocato dello Stato abbia chiesto una sospensiva della norma regionale per cui , fino al pronunciamento della Corte Costituzionale, che ancora non è arrivato, la legge n.15 della Regione Molise dovrebbe avere piena validità. Se si legge l’art. 2 comma e) “ per i soli impianti eolici, fascia di rispetto non inferiore a 3 Km misurata dal perimetro di parchi archeologici, aree archeologiche con complessi monumentali come definiti dall’art.101 del d.l. n.42/2004 ,, il parco eolico della montagna di Gildone non dovrebbe avere alcuna possibilità di essere approvato in quanto di sicuro non rispetta questa distanza dall’area archeologica di “ Montagna di Gildone,,. Uso il condizionale conscio che le interpretazioni delle norme spesso possono assumere carattere soggettivo e non oggettivo. Ma al di la delle norme legislative vi sono norme etiche che impongono ai responsabili delle Comunità locali una riflessione attenta sulle decisioni da prendere. Qui è in discussione un bene collettivo, il paesaggio, ( che io non ho mai considerato non modificabile da parte dell’uomo) che di per sé è difficile da valutare e stimare nel senso che nessuno di noi può dire “ il vento in un anno mi dà 100 mentre l’integrità del paesaggio e dell’ambiente mi dà 10,,. Di certo però, e spero di non essere contestato, l’integrità di un ambiente oggi costituisce una risorsa importante per qualsiasi Comunità, una risorsa intorno alla quale si può immaginare di costruire un futuro ecosostenibile per le nuove generazioni. Il manomettere in maniera vistosa un paesaggio con elementi estranei e di grande impatto visivo ( stiamo parlando di torri eoliche di oltre 130 metri di altezza) poste in una vallata, dove non ci sono neanche capannoni avicoli, una vallata che per millenni è stata abitata dall’uomo ( le numerose evidenze archeologiche presenti in tutta l’area lo testimoniano in maniera inconfutabile) dove il tempo sembra ancora scandito da ritmi diversi da quelli cui ormai ci siamo un po’ tutti abituati, è un’operazione che ci è consentita? Personalmente credo di no e lo credo in maniera convinta. Come Consigliere Comunale di Cercemaggiore e come Consigliere Provinciale della Provincia di Campobasso non mi stancherò di ripetere la mia contrarietà, in ogni sede, ad un progetto di un soggetto privato che va a depauperare un territorio incontaminato sottraendo alla Comunità locale un bene collettivo che non appartiene solo alla mia generazione ma che è patrimonio anche delle generazioni future.
Consigliere Provinciale di Campobasso DOMENICO DI STASI

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