Enel mette le mani su Endesa. Il gruppo italiano assume il controllo totalitario della prima società elettrica spagnola e diventa un player di assoluto livello internazionale, il secondo in Europa con quasi 100 Gigawatt di potenza installata. Il gruppo guidato da Fulvio Conti è salito al 92% di Endesa dopo aver rilevato la quota del 25% in mano ad Acciona, ponendo così fine ad una partnership che in alcuni momenti, secondo la stampa iberica aveva registrato qualche tensione fra la sponda italiana e quella madrilena, poi puntualmente smentite da entrambe le società. “Con questa acquisizione Enel ottiene il pieno controllo di Endesa, un’azienda ben gestita e con grandi possibilità di crescita, leader in Iberia e Sud America” e, soprattutto, “raggiunge dimensioni di scala ottimali”, ha commentato l’amministratore delegato, Fulvio Conti. Enel, al termine di una giornata lunghissima ha rilevato la quota del 25% di Endesa in mano al gruppo spagnolo, per un ammontare di 11,1 miliardi di euro. Un’operazione che avviene con un anticipo superiore ad un anno rispetto al marzo 2010, data in cui iniziava a decorrere l’opzione di vendita ad Enel della partecipazione in Endesa detenuta da Acciona.
L’operazione era già stata strutturata da tempo: al gruppo guidato da Jose Manuel Entrecanales andranno almeno 8 miliardi in contanti e la restante parte in asset di produzione di energia rinnovabile di Endesa per un valore di 2,9 miliardi di euro, attraverso i quali la società spagnola si avvia a diventare il secondo operatore al mondo nell’eolico dopo la spagnola Iberdrola. La svolta della giornata è arrivata alla conclusione del Cda di Endesa, che ha deliberato la cessione ad Acciona delle attività nel campo delle rinnovabili e la distribuzione del dividendo. E una parte importante nella transazione l’ha avuta proprio il maxi-dividendo erogato oggi, con un valore di 6,2 miliardi di euro, che è servito ad Enel sia per finanziare parzialmente l’operazione sia a ridurre il valore degli asset che ha acquistato (1,5 miliardi andranno ad Acciona e ridurranno il valore della quota da 11,1 a 9,6 miliardi). Per la parte in contanti, comunque, Enel attingerà ad un prestito sindacato da 8 miliardi erogato da 12 banche di cui 11 creditrici di Acciona, dalle quali sembra potrebbe essere arrivata una sorta di pressing proprio nei confronti del gruppo spagnolo per chiudere in tempi brevi, dopo che le posizioni fra Enel e Acciona sembravano essersi allontanate all’inizio di questa settimana. Fra le condizioni poste all’accordo, in primo luogo, l’autorizzazione da parte della Cnmv (la Consob spagnola, ndr) che non obblighi il gruppo italiano a lanciare una Opa sul 100% di Endesa, un’operazione che farebbe lievitare la spesa a carico di Enel. Nasce così un colosso da 94.300 Megawatt di potenza installata, attivo in 22 Paesi e su tutta la filiera delle fonti energetiche, primo operatore in Italia, Spagna e Slovacchia e leader nelle rinnovabili nelle due Americhe. Si tratta della seconda utility in Europa, dietro solo alla società pubblica francese Edf, che ha 127.000 Mw, ma davanti alla tedesca E.On ed alla francese Gdf Suez. Un gruppo attivo su tutto il fronte del mix produttivo, con il 41,8% della potenza installata che arriva da fonti a zero emissione (35,8% rinnovabili e 6% sul nucleare). Il debito salirà di 11,7 miliardi, oltre i 50 miliardi con cui Enel ha chiuso il 2008, ma la società di Fulvio Conti ha già in cantiere alcuni asset da cedere (la rete del gas e una partecipazione nella divisione rinnovabili) per ridurre il proprio indebitamento.