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Distretti del cibo: 20 candidature

Presentate anche candidature che mirano alla valorizzazione del cibo biologico e della filiera della pesca

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Via depositphotos.com

Le istanze di riconoscimento formalizzate saranno ora sottoposte a verifica e valutazione

La Calabria punta sui Distretti del cibo. Piace e prende piede il modello individuato per organizzare i sistemi produttivi agricoli ed agroalimentari locali e per promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale.

Sono circa una ventina, infatti, le richieste presentate ai fini del riconoscimento dei Distretti, ognuno rappresentativo di un’ampia porzione del territorio regionale: dalla zona compresa tra l’Alto Ionio cosentino ed il Pollino, al Tirreno cosentino, alla Sila, a quella del Reventino, passando per il Lametino e lo Ionio catanzarese, la provincia di Crotone e quella di Vibo Valentia, fino alla Piana di Gioia Tauro ed all’area grecanica. Ad esse si aggiungono, inoltre, candidature che mirano alla valorizzazione del cibo biologico e della filiera della pesca, a livello regionale e interregionale, a testimonianza della spinta dal basso per la creazione di una rete di valorizzazione dei territori e delle loro peculiarità, attraverso un valido strumento di programmazione.

Il dato è emerso nei giorni scorsi, in occasione di un incontro svoltosi per fare il punto della situazione.

“Quella dei Distretti del cibo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è un’iniziativa di fondamentale rilievo per la nostra terra: completate le procedure in itinere, prenderanno finalmente vita sistemi produttivi territoriali finalizzati alla coesione e all’inclusione sociale, alla crescita dell’occupazione e della competitività delle realtà imprenditoriali locali. Il mosaico di distretti che si andrà a comporre, nel solco della concertazione intessuta con istituzioni locali, organizzazioni di categoria e forze produttive ed economiche del comparto agroalimentare, rappresenterà un sicuro rafforzamento delle filiere agro-alimentari, del marketing territoriale e delle infrastrutture, con conseguente valorizzazione dell’ambiente e dei paesaggi. All’interno di questo ambito, ciascun soggetto interessato e coinvolto agirà con un ruolo di protagonista”.

Le istanze di riconoscimento formalizzate saranno ora sottoposte a verifica e valutazione, al fine di procedere alla loro iscrizione nel Registro nazionale dei Distretti, tenuto presso il Mipaaf.

Otto le tipologie di distretti che, nello specifico, la Regione procederà a riconoscere: rurali; agroalimentari di qualità; produttivi locali; produttivi locali anche a carattere interregionale; produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane; produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole; produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale; biodistretti e distretti biologici. Potranno essere altresì riconosciuti, come Distretti del Cibo, i dieci distretti rurali ed agro-alimentari di qualità già esistenti ed iscritti al registro nazionale.

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