Vulcan Energy Resources e Stellantis hanno firmato un contratto per la fornitura di idrossido di litio ottenuto dalle salamoie geotermiche. Il metallo sarò destino alle gigafactory di Termoli, di Kaiserslautern, in Germania, e di Douvrin, in Francia
Zero Carbon Lithium™, la sostenibilità entra nella filiera delle batterie auto
(Rinnovabili.it) – Produrre litio dalla geotermia per realizzare batterie ricaricabili più sostenibili e “indipendenti” dal mercato estero. In Europa non si tratta più di un’idea astratta o di un esperimento pilota, ma di una realtà di mercato. E il merito è della Vulcan Energy Resources, società australiana con sede in Germania, che nella valle del Reno superiore ha attivato il suo progetto Zero Carbon Lithium™. Di cosa si tratta? Del primo impianto commerciale per produrre idrossido di litio (LiOH) di qualità per le batterie delle auto elettriche a partire delle salamoie geotermiche.
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dal colosso olandese Stellantis che ha già firmato con Vulcan Energy un contratto vincolante di fornitura. A partire dal 2026, acquisterà per un periodo di cinque anni dalle 81mila alle 99mile tonnellate di idrossido di litio. Quest’ultimo sarà destinato alle tre future gigafatory europee del produttore di veicoli: lo stabilimento di Termoli, in Italia, e quelli nati della joint venture Automotive Cells Company (ACC) a Kaiserslautern, in Germania, e Douvrin, in Francia. Insieme gli impianti produrranno almeno 120 GWh di capacità combinata entro il 2030.
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L’operazione rappresenta un prezioso passo avanti per la transizione ecologica europea. Ad oggi infatti la produzione di litio oggi è in mano a pochi Paesi – Australia, Cile, Cina e Argentina – e la lavorazione e raffinazione del metallo ristringono ulteriormente il mercato, alimentando una pericolosa relazione di dipendenza. Non a caso l’Unione europea ha inserito questo metallo tra le materie prime critiche per il Blocco.
Come produrre litio dalla geotermia
La Zero Carbon Lithium™ potrebbe ridurre tale dipendenza. Il litio, infatti, è ottenuto dai fluidi ipersalini che normalmente vengono reiniettati nel sottosuolo a valle del ciclo di produzione geotermica. Una soluzione che evita la necessità di grandi miniere a cielo aperto, stagni di evaporazione affamati d’acqua, o impianti di lavorazione che funzionano con combustibili fossili. Azzerando le emissioni di CO2 e dimezzando il costo produttivo.
“L’accordo di acquisto con Stellantis è in linea con la nostra missione di decarbonizzare la batteria agli ioni di litio e la catena di fornitura dei veicoli elettrici”, ha spiegato l’ad di Vulcan Energy, Francis Wedin. “Il progetto intende anche ridurre la distanza di trasporto delle sostanze chimiche in Europa e la nostra posizione in Germania, prossima alle gigafabbriche europee di Stellantis, è coerente con questa strategia”.