Seduta congiunta delle commissioni Sanità e Rifiuti con comitati e associazioni che chiedono provvedimenti dopo la pubblicazione di uno studio sull’International Journal of Epidemiology nel 2016.
Monitorate le condizioni di salute di oltre 200 mila persone residenti in prossimità di nove discariche laziali, dal 1996 al 2008
26/11/2021 – Vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%, con maggiori conseguenze sui bambini. Sono questi i dati più importanti emersi da uno studio scientifico pubblicato nel 2016 sull’International Journal of Epidemiology (Vol. 45, No. 3 815) dagli esperti del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. Eppure, da cinque anni questi risultati allarmanti non hanno prodotto azioni di contrasto da parte delle istituzioni preposte.
Questa constatazione ha rappresentato il tema centrale di un’audizione che si è svolta stamattina, in modalità telematica, nelle commissioni Sanità (presieduta da Rodolfo Lena) e Urbanistica e Rifiuti (presieduta da Marco Cacciatore) del Consiglio regionale del Lazio, riunite in forma congiunta per incontrare comitati e associazioni provenienti da quasi tutti i siti del Lazio interessati dalla presenza di discariche o impianti di smaltimento dei rifiuti. I rappresentanti dei cittadini hanno protestato innanzitutto per l’inerzia della Regione durante questi cinque anni passati dalla pubblicazione dello studio, nonostante le conclusioni allarmanti alle quali si è giunti e che sono state messe nere su bianco: “L’esposizione a solfuro di idrogeno (H2S), un tracciante di contaminazione aerotrasportata dalle discariche, è stata associata alla mortalità per cancro del polmone, nonché alla mortalità e morbilità per malattie respiratorie. Il legame con le malattie respiratorie è plausibile e coerente con i precedenti studi, mentre l’associazione con il cancro del polmone merita altri approfondimenti”, si legge nel testo elaborato dai ricercatori guidati da Francesca Mataloni. Gli autori dello studio, infatti, hanno monitorato le condizioni di salute di oltre 200 mila persone residenti in prossimità di nove discariche laziali, dal 1996 al 2008, scoprendo che vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5%. I più colpiti risultano essere i bambini.
I rappresentanti dei comitati e delle associazioni dei cittadini, inoltre, hanno chiesto alla Regione e al Consiglio di avviare con urgenza le procedure per la perimetrazione delle aree considerate a rischio, di sospendere tutte le autorizzazioni per nuovi impianti e di coinvolgere maggiormente i territori, attraverso l’istituzione di un tavolo permanente composto dai rappresentanti della Regione, dei cittadini e dagli altri soggetti coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti. Coinvolgimento ritenuto “indispensabile per evitare i ricorsi amministrativi e le proteste dei comitati”, è stato detto.
Per i comitati e le associazioni sono intervenuti: Donatella Ibba (Cittadini per Fonte Nuova è Nostra); avv. Carmine Laurenzano (Centro per i diritti del cittadino); Umberto Zimarri (presidente dell’Associazione Green Italia); Danilo Baldanti (Italia Nostra Castelli romani); Maria Teresa Cipollone (Valle Galeria Libera); Simona Ricotti (Forum Ambientalista/comitati di Civitavecchia); Ina Camilli (Comitato Residenti Colleferro).
Per la Regione Lazio, sono intervenuti: Marco Lupo, direttore Arpa Lazio; Vito Consoli, direttore regionale “Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette – Valutazioni ambientali e Bonifiche; Paola Michelozzi e Carla Ancona, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario regionale del Lazio; Sara Palombi, dirigente dell’Area Rifiuti della direzione regionale “Ciclo dei rifiuti”. Quest’ultima ha spiegato che la Regione si appresta ad aggiornare la banca dati di partenza per rispondere al mutato assetto dell’impiantistica regionale e a procedere alla perimetrazione delle aree a rischio ambientale, rendendo tutto trasparente e accessibile ai comitati territoriali dei cittadini, “nonostante vi sia un problema di risorse che inficia la rapidità delle risposte che l’amministrazione può dare”, ha detto.
Hanno partecipato all’audizione, oltre ai presidenti Lena e Cacciatore, i consiglieri: Devid Porrello, Loreto Marcelli e Gaia Pernarella del Moviemento 5 stelle; Michela Di Biase ed Emiliano Minuncci del Partito democratico; Paolo Ciani (Centro solidale-DemoS); Francesca De Vito (gruppo Misto.