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Maldive, un paradiso di sostenibilità

Il presidente maldiviano annuncia che renderà l’Isola il primo Paese al mondo a impatto zero entro il 2020

Le “Maldive”:https://www.rinnovabili.it/rifugiati-climatici-i-profughi-invisibili-401055 sono fra gli stati che corrono i maggiori rischi a causa del surriscaldamento climatico, ma sono anche un paese pieno di risorse che di fronte al pericolo di una futura sommersione dell’isola, non si limita a mettere in previsione piani di future evacuazioni, ma passa direttamente all’attacco. Dopo aver proposto l’istituzione di un fondo sovrano con i proventi del turismo da destinare all’acquisto di nuova terra per i 380.000 isolani il Presidente Mohamed Nasheed ha annunciato l’intenzione a rendere le Maldive entro un decennio la prima nazione “carbon-neutral” dell’Oceano Indiano, se non addirittura del mondo. Secondo il quotidiano britannico ‘The Observer’ Nasheed ha sottolineato come l’innalzamento del livello del mare prodotto dal riscaldamento globale ponga le basse isole tropicali – per lo più a soli 1,5 metri sopra il livello del mare – di fronte ad un reale pericolo. “Il cambiamento climatico non è un pericolo vago e astratto, ma una vera e propria minaccia per la nostra sopravvivenza. Ma non solo i cambiamenti climatici minacciano le Maldive, che minaccia tutti noi”.
Aggiungendo: “Come in un grottesco patto faustiano, abbiamo fatto un accordo con il diavolo del carbonio”. “Oggi, le Maldive recidono tale patto” e lo fanno con un cambiamento radicale, anche se, sottolinea il presidente maldiviano, non sarà facile. Il programma che interesserà lo stato nei prossimi anni verte su una serie di misure in grado di azzerare, o quasi, le emissioni di gas nocivi entro il 2020, attraverso la costruzione di 155 turbine eoliche, l’installazione di mezzo chilometro quadrato di pannelli solari sui tetti delle abitazioni, e la realizzazione di una centrale a biomassa alimentata da gusci di noci di cocco.
“Da quando ho letto i rapporti scientifici da Copenaghen, – ha concluso Nasheed – so che vi è una sola scelta. La conversione ecologica potrebbe costare molto, ma rifiutandoci di agire ora il prezzo da pagare in futuro sarà la Terra”.

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