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Italia al 2050: -30mld di euro per il mancato adeguamento di oggi

Il mancato adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe costare al sistema economico italiano nel 2050 una riduzione del reddito nazionale di circa 20-30 mld di euro. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Carlo Carraro e presentato nel suo libro

Lo Stato più povero di circa 20-30 miliardi di euro. Queste le previsioni al 2050 in seguito ad una valutazione economica realizzata da Carlo Carraro se il nostro Paese dovesse rinunciare ad adattarsi alle disposizioni da adottare per contrastare il surriscaldamento del Pianeta. Lo studio è stato pubblicato sul libro “Cambiamenti climatici e strategie di adattamento in Italia. Una valutazione economica” scritta dallo stesso Carraro in cui sono stati indicati una serie di dati ambientali, tradotti in seguito in termini economici.
Il ‘sistema italiano’ quindi potrebbe manifestare una perdita di PIL compresa fra lo 0,12% e lo 0,20% portando a 30 miliardi di riduzione nel reddito nazionale. Da stime effettuate relativamente ad eventi passati come l’ondata di calore del 2003, l’autore ha dimostrato infatti come se già allora fossero state adottate misure di adeguamento si sarebbero potuti risparmiare 134 milioni di euro. La questione più preoccupante sottolineata da Carraro purtroppo non riguarda solo l’aspetto economico strettamente inteso come deficit del reddito, ma anche la perdita economica connessa alla scomparsa di importanti risorse, come l’acqua, e di habitat caratteristici che ora lottano per preservare le specie animali e vegetali. Da stime effettuate, infatti, la sola desertificazione, che avanza in maniera sempre più decisa diventando un rischio vero per 16.500 km2 di territorio nazionale, può portare alla perdita di circa 400 milioni di euro l’anno anche a causa del conseguente peggioramento della resa agricola dei terreni. Lo stesso innalzamento della temperatura rischia di compromettere il turismo caratteristico delle zone montane, in particolare delle Alpi prevedendo una riduzione del 21,2% nel 2030; quanto alle aree costiere, senza adeguati sistemi di protezione delle coste, i danni potrebbero ammontare a 100 milioni di euro entro il 2080.