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Il manifesto dei giovani per il clima, ecco cosa c’è sul “tavolo” dell’ambiente

In seguito a vari meeting – l’ultimo dei quali a Milano – ecco il Manifesto dei giovani per il clima, dove i “Millennial” e i membri della “Generazione Z” chiedono potere di decidere su temi ambientali e sedersi al tavolo coi governi

manifesto dei giovani per il clima

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – Presentato a Milano il “Youth4Climate Manifesto” o manifesto dei giovani per il clima. Una sorta di “bigino” con le proposte sull’ambiente fatte dagli oltre 400 giovani convenuti a Milano a fine settembre. Giovani arrivati da tutta Europa, che hanno lanciato, raccolto e selezionato una serie di proposte più “calde” e urgenti per proteggere l’ambiente.

Tali temi, sono stati ampiamente discussi in occasione di successivi incontri di consultazione, l’ultimo dei quali si è tenuto oggi in formato virtuale. 

“Youth4Climate Manifesto” verrà inviato a tutti governi che si riuniranno nella decisiva COP26 della Convenzione Onu sul clima, che si terrà a Glasgow la settimana prossima.

A Milano i quattrocento giovani erano in rappresentanza di quaranta Paesi. Questi hanno avuto un confronto con il governo italiano e con il governo britannico (che presiede la COP26).

Primo punto: coinvolgere i giovani nei processi decisionali relativi alle politiche ambientali e metterli in condizione di portare il proprio contributo per la risoluzione del tema CO2. Il “working group” chiede poi alla comunità internazionale un supporto finanziario, affinché il coinvolgimento dei giovani alla causa climatica sia effettivo e reale.

Dal manifesto dei giovani per il clima, le questioni reali da attuare

Il secondo Working Group, dal tema “Ripresa sostenibile”, ha messo a punto cinque questioni intorno alle quali i giovani chiedono che si realizzi una ripresa sostenibile post-pandemia. 

  • Un approccio olistico, diversificato e inclusivo alla transizione energetica e ai green jobs, che non dimentichi le comunità vulnerabili.
  • Rafforzamento delle misure di adattamento, resilienza e ricostruzione nei casi di danni provocati dagli effetti più duri dei cambiamenti climatici.
  • Priorità alle soluzioni basate sulla natura e alle soluzioni che garantiscano eguaglianza sociale e tutela delle popolazioni indigene.
  • Un sistema di finanza per il clima che sia trasparente e che regoli chiaramente le emissioni di carbonio.
  • Riconoscere che anche il settore del turismo deve contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e che è necessario coinvolgere tutti gli stakeholder, compresi i giovani, le donne, le comunità indigene e i gruppi marginali.

Il “Coinvolgimento degli attori non statali” è stato affrontato dal terzo Working Group del manifesto dei giovani per il clima, che ha individuato tre linee strategiche di intervento.

  • Sostenere la partecipazione dei giovani imprenditori, artisti, agricoltori e sportivi, in particolare delle economie emergenti e dei gruppi marginali, in modo da garantire loro adeguate strutture e finanziamenti
  • Richiedere a tutti gli stakeholder, a cominciare dal settore privato, di allinearsi agli obiettivi di azzerare le emissioni nocive e di rafforzare la trasparenza e la rendicontazione degli attori non statali in relazione alle politiche climatiche
  • Stabilire che la fase di uscita dall’industria basata sul consumo di fonti fossili abbia termine entro il 2030, assicurando che i lavoratori siano sostenuti in questo processo di transizione, e che tutti gli attori non statali, comprese le Nazioni Unite, non accettino più finanziamenti da industrie che utilizzano fonti fossili.

Il quarto Working Group, “Una società più consapevole delle sfide climatiche”, ha delineato quattro sfide che i governi e le istituzioni internazionali non potranno ignorare nei prossimi anni.

  • I decisori pubblici devono lavorare con i giovani e le comunità sulle questioni climatiche amplificando la loro voce anche attraverso piattaforme multi-stakeholder e meccanismi per condividere le informazioni e le soluzioni sul clima.
  • I governi devono assicurare a tutti l’alfabetizzazione e la formazione ai cambiamenti climatici utilizzando un approccio olistico e promuovendo il cambiamento degli stili di vita.
  • Realizzare campagne di sensibilizzazione sull’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici con lo scopo di mettere in condizione ogni persona in tutto il mondo di essere informata e coinvolta.
  • Formare i giornalisti e gli operatori del mondo della comunicazione a divulgare l’urgenza e le conseguenze della crisi climatica in modo da fare comprendere a tutti i risultati della ricerca scientifica e facilitare la comprensione delle politiche climatiche.