In Italia e in altri paesi vedremo presto circolare treni a idrogeno su tratte oggi coperte da convogli alimentati a gasolio. Il risparmio in termini di emissioni di CO2 è fondamentale
di Andrea Barbieri Carones
(Rinnovabili.it) – I treni a idrogeno stanno per diventare realtà. O meglio: è in corso una piccola rivoluzione che nel giro di qualche anno potrebbe portare alcuni treni ad abbandonare la trazione a gasolio per convertirsi al più leggero elemento chimico.
Per ora se ne parla e, in alcuni casi, si è arrivati a sperimentazioni più o meno avanzate. Almeno in Italia, visto che in alcuni paesi si è già arrivati alla fase 2: i treni a idrogeno sono già realtà. Resta però il nodo legato ai costi di gestione e alla effettiva sostenibilità (economica) di questa alimentazione.
Intanto all’orizzonte emergono alcune novità. A iniziare dal lancio di un locomotore con celle a combustibile a idrogeno, presentato da un’azienda polacca. In apparenza nulla di trascendentale: si è partito dallo sviluppo di una locomotiva utilizzata per le manovre e (fino a ieri) spinta da un motore Diesel.
In base a quanto riferito dall’azienda costruttrice, si tratta di una macchina con 4 motori da 180 kW e una autonomia di marcia di 24 ore. Anche se si tratta ancora di poco più di un prototipo, si pensa che possa entrare in servizio nel paese nordeuropeo.
I treni a idrogeno potrebbero diventare realtà anche nella vicina Estonia, dove a fine 2022 potrebbe arrivare un prototipo. Sempre derivato da un locomotore alimentato sia a gasolio sia a elettricità.
Treni a idrogeno anche in Italia
Dal nord Europa a casa nostra il passo è breve. Il governatore della Sardegna, Christian Solinas, ha reso noto di voler finanziare un collegamento con treni a idrogeno tra Alghero e il suo aeroporto (circa 6,5 km) con annesso impianto di produzione e stoccaggio di idrogeno nella zona dello scalo.
Intanto un investimento simile è già partito a fine 2020 per “idrogenizzare” anche il collegamento tra Alghero e Sassari (circa 20 km). In questo caso si parlerebbe di treni nuovi costruiti ad hoc. Nel progetto è prevista anche la realizzazione di una centrale di produzione di idrogeno, situata in Sardegna.
In Sardegna, come altrove, i treni a idrogeno viaggerebbero su linee non elettrificate su cui oggi vengono impiegati inquinanti locomotori con motori Diesel alimentati a gasolio.
Un progetto simile c’è anche in Lombardia, dove da fine 2023 sulla linea Brescia-Lago d’Iseo dovrebbero correre treni a idrogeno. In questo caso l’investimento è da 160 milioni di euro, possibile grazie alla European Clean Hydrogen Alliance, l’alleanza pubblico-privato lanciata dalla Commissione Europea a luglio 2020.
Entro il 2025, nel progetto saranno coinvolti anche dei bus del trasporto locale, convertiti da gasolio a idrogeno.
Allo studio anche un progetto per un collegamento ferroviario con treni a idrogeno tra Sansepolcro (AR) e Sulmona (AQ), passando per Perugia, Terni e Rieti. Altri due progetti che riguardano convogli ferroviari a idrogeno riguardano la Ferrovia Circumetnea e la Sangritana, in Abruzzo.
Idrogeno sì. Ma prodotto con energie rinnovabili
L’idrogeno, in realtà, dà prestazioni simili al gasolio. Ma vince enormemente sul fronte delle emissioni di CO2. Le celle di idrogeno danno al treno l’energia necessaria tramite il mescolamento dell’idrogeno presente a bordo treno con l’ossigeno presente nell’aria. Lo scarico? Vapore acqueo.
Nella “partita” intervengono anche delle batterie agli ioni di litio che, come su un’auto elettrica, accumulano energia quando non serve per spostare il treno e la restituiscono quando serve muovere il convoglio o accelerare. Per avere un confronto, basti pensare che a fronte delle zero emissioni dell’idrogeno, un treno Diesel emette 700 tonnellate di CO2 ogni 100.000 chilometri.
Fondamentale, però, la catena di produzione dell’idrogeno: se prodotto impiegando fonti fossili, perde il suo vantaggio “green”. Le aziende, infatti, stanno lavorando alla sintesi del cosiddetto “idrogeno verde”, originato tramite scissione elettrolitica dell’acqua con la rinnovabili.