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HomeForest: smart working, ma nella foresta

Come trasformare la casa in una foresta di suoni e profumi con le tecnologie di tutti i giorni. Con HomeForest lo smart working non sarà più lo stesso.

HomeForest, smart working ma nella foresta - Credits: Squint Opera
HomeForest, smart working ma nella foresta – Credits: Squint/Opera

Il futuro dello smart working è nella natura

(Rinnovabili.it) – Immagina: sei nel tuo appartamento e come ogni giorno stai lavorando in smart working, ma all’improvviso, il rumore del traffico viene coperto dal suono in lontanaza di una cascata, una foreste appare attorno a te e nell’ambiente si sente profumo di erba bagnata. Il cinguettare degli uccellini ti ricorda che è ora di fare pausa e staccare gli occhi dallo schermo, per immergerti in una rilassante passeggiata nel bosco.

Non serve trasferirsi in campagna, tutto ciò può avvenire anche tra le quattro mura del tuo monolocale in centro città.

E’ l’idea vincente presentata dal team Squint/Opera per il Premio Davidson: HomeForest. Quest’anno il concorso chiedeva ai partecipanti di ridisegnare il concetto di smart working e degli effetti della pandemia su di esso, immaginando una soluzione che portasse equilibrio tra il lavoro e la vita privata, “Home/Work – A New Future”.

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Così i componenti di Squint/Opera hanno messo insieme un gruppo multidisciplinare, richiamando professionisti provenienti dal mondo dell’architettura, del design, della poesia, tecnici del suono ed accademici, per dar vita ad un progetto capace di portare la Foresta in casa.

L’idea di HomeForest è perfettamente adattabile a qualsiasi abitazione, sfrutta ed implementa semplicemente la tecnologia che già possediamo, creando un gemello digitale della nostra casa sul quale viene modellata una foresta digitale.

La mancanza di confini nello Smart working

Il team di vincitori è partito concentrandosi su un concetto comune a molti lavoratori in smart working: la linea offuscata che divide casa e lavoro. La difficoltà di interrompere il lavoro a fine giornata o il dimenticarsi di fare pausa o semplicemente di bere un bicchier d’acqua e sgranchirsi le gambe.

La strana sensazione di “disconnessione” a fine giornata e l’isolamento dai nostri colleghi ed amici.

Shinrin-yoku, un bagno nella foresta

Come affrontare il problema? Affidandosi alla natura ed agli effetti benefici che può portare al nostro organismo. Il tema è molto vicino alla biofilia ed al concetto giapponese dello Shinrin-yoku, letteralmente “bagno nella foresta”. Passeggiando in un bosco il nostro ritmo cardiaco rallenta, i livelli di cortisolo scendono e con esso lo stress, la pressione sanguigna si stabilizza ed il sistema immunitario si rafforza.

E’ ormai provato che anche l’esposizione alla natura artificiale può apportare questi stessi benefici.

Il gemello virtuale della casa

Grazie all’Internet of Things, HomeForest si connette ai dispositivi digitali che già fanno parte della nostra quotidianità: come il televisore, i computer, l’illuminazione smart, gli altoparlanti, il termostato o il condizionatore, i diffusori di profumo. Implementando questa rete attraverso un kit di oggetti intelligenti, la nostra casa darà vita ad una foresta, addirittura capace di prendersi cura degli occupanti. Sarà l’orologio a cucù, trasformatosi in un nido di uccelli virtuale, ad avvisarci che è ora di fare una pausa dal nostro smart working; o sarà l’illuminazione artificiale a cambiare colore a seconda del giorno farci percepire il passare del tempo; o ancora saranno i sensori di movimento o i rilevatori della qualità dell’aria ad avvisarci quando è il momento di aprire una finestra. L’immaginazione è stimolata e la percezione dello spazio che abitiamo cambia radicalmente.

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HomeForest immagina di sviluppare un ecosistema unico che impara dalle tue abitudini, ma espande il concetto fisico della casa. Una soluzione adattabile a qualsiasi ambiente, a qualsiasi casa o città e che non richiede l’installazione di nuove tecnologie.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.