Secondo la regione, "il deposito come quello in questione è destinato ad avere una attività di almeno 300 anni: anche realizzandolo con le migliori tecniche a disposizione, lascerebbe un'eredità pesantissima per l'agricoltura e gli ecosistemi del nostro territorio"
Il rifiuto motivato con le risultanze di studi tecnici
“Abbiamo ribadito in questi mesi che noi ci opporremo con tutte le nostre forze alla scelta scellerata di individuare l’Alta Murgia come possibile sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari. Ribadiamo il nostro NO a tutela della salute dei cittadini e della bellezza e biodiversità di un Parco Nazionale, che rappresenta uno dei luoghi più singolari del Mediterraneo”.
Lo dichiarano in una nota congiunta il Presidente della Regionale Puglia Michele Emiliano e l’Assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio a margine del Consiglio monotematico che si è tenuto questa mattina in forma congiunta con le assise cittadine dei comuni di Altamura, Gravina e Laterza.
“Il nostro “no” – si legge nella nota – già ufficializzato in Consiglio regionale lo scorso gennaio, si fonda su studi tecnici e scientifici condotti insieme a Università, Enti di ricerca, Enti locali, Agenzie regionali, Associazioni e Ordini Professionali che hanno evidenziato tutti i rilievi finalizzati a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”.
Nello specifico, proseguono Emiliano e Maraschio “il deposito come quello in questione è destinato ad avere una attività di almeno 300 anni: anche realizzandolo con le migliori tecniche a disposizione, lascerebbe un’eredità pesantissima per l’agricoltura e gli ecosistemi del nostro territorio. Inoltre, la documentazione con la quale Sogin individua le possibili sedi di Deposito e Parco tecnologico è datata e non considera gli strumenti di pianificazione e programmazione adottati dalla Regione Puglia fino a oggi e ritenuti a livello internazionale fra i più avanzati”.
È appena il caso di ricordare che “le aree individuate sono localizzate in prossimità di una falda acquifera utilizzata anche a scopo potabile e la zona interna delle Murge alimenta la faglia più profonda: l’acqua non è un bene trattabile e noi non siamo disposti a compromessi”.
Secondo Emiliano e Maraschio “l’individuazione dell’area pugliese da parte di Sogin non tiene poi in debita considerazione le ricchezze naturalistiche presenti, che costituiscono uno dei fattori di maggiore appeal per il turismo, un settore che insieme all’agricoltura, alla pastorizia e al patrimonio culturale, è volano di crescita di questa provincia”. Nell’area fra Gravina, Altamura e Laterza, infatti, vengono prodotti nove alimenti e undici vini a denominazione controllata e protetta. Lavorano 600 produttori del biologico e 270 aziende zootecniche.
“Riteniamo – conclude la nota a firma Emiliano e Maraschio – che l’insediamento del Depositi e del Parco Tecnologico inficerebbe irrimediabilmente la vocazione di questo angolo straordinario della Puglia, di un turismo sostenibile, figlio di un lento, faticoso e incisivo impegno della Regione Puglia, degli enti e delle comunità locali. Qui non c’è posto per nulla che non sia cultura, sapere e progresso sostenibile”.
Infine, il Presidente Emiliano e l’Assessora Maraschio hanno espresso un sentito ringraziamento anche a tutti quei Comuni (41) che, sebbene non interessati direttamente dalla questione, hanno adottato delle delibere con cui hanno, fermamente, ribadito l’assoluta contrarietà alla localizzazione nel territorio della Regione Puglia del Deposito Nazionale di scorie radioattive.
Nell’odierno consiglio sono state raccolte tutte le istanze e le osservazioni della cabina di regia regionale, dei comitati, delle associazioni locali per confermare il NO.