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Scarpa fa rivivere la Montagna distrutta da Vaia

L’azienda di Asolo sostiene un progetto per ripristinare la vegetazione nei dintorni del Lago di Alleghe devastata dal grave evento meteorologico del 2018. Tra due anni nell’area sorgerà un orto botanico, simbolo della rinascita

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SCARPA, azienda trevigiana leader nella produzione di calzature da montagna e per le attività outdoor, sostiene un progetto finalizzato a far rivivere un’area del bosco di Alleghe distrutta da Vaia, la tempesta che nell’ottobre 2018 ha colpito diverse aree del Nord-Est italiano causando gravissimi danni ambientali.

L’iniziativa è promossa dall’Istituto di Certificazione e Ricerca Dolomiticert e prevede la rimozione delle piante divelte dal violento evento meteorologico, e del successivo rimboschimento con una programmazione studiata ad hoc dalla Regione Veneto. L’intervento, programmato a partire dal mese di giugno e della durata prevista di circa due anni, interesserà una zona di bosco di 3,5 ettari che si affaccia sul lago di Alleghe situata in prossimità del centro del paese, particolarmente colpita dalla devastazione della tempesta Vaia. Una volta ripopolata con la vegetazione, l’area ospiterà un orto botanico destinato a diventare il simbolo della rinascita di un intero territorio.

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“Le gravi conseguenze della tempesta Vaia ci hanno profondamente colpiti e addolorati – sottolinea Diego Bolzonello, AD di SCARPA. Da qui la volontà di creare un progetto per riportare a nuova vita il bosco vicino al lago di Alleghe. La nostra azienda ha la montagna nel suo DNA e fin dalle origini si fa portavoce di una cultura basata sul rispetto per la natura, come dimostra il recente lancio del Green Manifesto, impegno programmatico che enuncia i principi sostenibili dell’azienda e li concretizza in nuove attività che allineano SCARPA ai migliori standard internazionali. L’iniziativa che presentiamo oggi si pone esattamente nel solco di questa missione, oltre a voler essere un segnale di speranza per un territorio che continua a patire i danni di un evento così drammatico”.

Nei due anni necessari alla realizzazione dell’orto botanico, la zona ospiterà laboratori culturali e didattici per studenti, che potranno così visitare il cantiere e seguire lo svolgimento dei lavori. 

Dal punto di vista tecnico l’intervento servirà a ripristinare le funzioni protettive, produttive, ambientali e di fissazione del Carbonio, normalmente imputabili al bosco. Le piantine verranno messe a dimora e poi assistite con cure colturali per eliminare con sfalci mirati le erbacee che sottraggono luce e nutrimento, e per due anni verranno sostituite quelle che non avranno attecchito fino ad arrivare a completare l’opera.

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