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L’insicurezza alimentare nella Repubblica Centrafricana

FAO e WFP lanciano l’allarme sulla situazione della Repubblica Centrafricana, in stato di grave insicurezza alimentare causata da guerre, cambiamenti climatici e pandemia

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Foto di Albrecht Fietz da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Ai tanti effetti della pandemia, oltre alle crisi sanitarie, sociali ed economiche a livello globale, si aggiunge quello dell’insicurezza alimentare. Ci sono aree del mondo dimenticate, come la Repubblica Centrafricana, dove il 47% della popolazione si trova in uno stato di insicurezza alimentare grave determinata da una serie di concause: la guerra, il Covid-19, gli effetti della crisi climatica.

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La FAO (l’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite) e il WFP (World Food Programme, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite) hanno lanciato l’allarme per questo Paese dove più di 2,2 milioni di persone, la maggior parte delle quali vivono in aree rurali, hanno già un livello di insicurezza alimentare grave che è destinata a peggiorare da qui ad agosto. Questo significa che possono saltare completamente i pasti o vendere quel poco che possiedono per acquistare cibo.

L’assistenza umanitaria è vitale per la sopravvivenza

L’insicurezza alimentare nella Repubblica Centrafricana esiste ormai da molti anni, a causa di una guerra civile che si protrae da dieci anni che ha abbassato il livello di produzione alimentare locale, ha sradicato le persone dai territori ed ha interrotto i corridoi di trasporto, vitali per l’approvvigionamento della popolazione.  Il rapido peggioramento della situazione è dovuto alle conseguenze della pandemia che mantiene chiusi confini e mercati, creando un ulteriore ostacolo al flusso delle merci, e quindi del cibo, e provocando l’aumento dei prezzi dei beni primari: ad esempio, tra novembre 2020 e gennaio 2021 il prezzo della manioca è aumentato fino al 60%.

Nella Repubblica Centrafrica è in arrivo la cosiddetta “stagione magra”, che va da maggio ad agosto: in questo periodo le piogge rendono inutilizzabili le strade sterrate del Paese, ed è il periodo in cui il cibo è scarso in attesa che arrivi il momento del raccolto. Più di mezzo milione di persone sono a un passo dalla carestia, un’azione tempestiva può evitare la loro morte. Per queste ragioni FAO e WFP chiedono di poter raggiungere la popolazione stremata che non potrà sopravvivere senza assistenza umanitaria.

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Il programma di assistenza della FAO – realizzabile con 31,5 mld di dollari – prevede di sostenere quasi un milione di persone nella Repubblica Centrafricana con la distribuzione di sementi e strumenti per aiutare gli agricoltori a ottenere il massimo dalla prossima stagione agricola; lanciare un programma di assistenza immediato; fornire agli agricoltori formazione sulle pratiche agricole resistenti alla siccità e sulla riduzione delle perdite post-raccolto; condurre campagne di vaccinazione per mantenere in vita pollame, capre e pecore e sostenere così la produzione di bestiame. Il WFP, invece, avrà bisogno di 54,9 milioni di dollari fino a settembre 2021 per continuare a fornire assistenza contro l’insicurezza alimentare.

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