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Clima e specie endemiche: il global warming fa collassare la biodiversità

Il riscaldamento globale rischia di spazzare via la gran parte delle specie endemiche animali e vegetali. Con il tasso di emissioni attuale vanno verso l’estinzione il 100% delle specie che vivono sulle isole, metà di quelle marine e l’84% di quelle montane

Biodiversità: il riscaldamento globale spazza via le specie endemiche
Foto di Alexandra da Pixabay

Uno studio pubblicato su Biological Conservation analizza 270 hotspot di biodiversità

(Rinnovabili.it) – Il riscaldamento globale prepara un collasso per la biodiversità, e le specie endemiche sono quelle più a rischio. La metà delle specie marine e addirittura l’84% delle specie endemiche che vivono negli ecosistemi montani vanno verso l’estinzione a causa dell’aumento della temperatura. La percentuale sale al 100% per gli animali e le piante che vivono sulle isole.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Biological Conservation, questo scenario si può concretizzare se la colonnina di mercurio si alza di 3°C sui livelli pre-industriali. Ai ritmi attuali di emissioni di gas serra, raggiungeremo questo valore intorno al 2100.

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Le specie endemiche sono più a rischio di altre perché vivono in nicchie ecologiche ben delimitate e di dimensioni relativamente ridotte. Questo significa che hanno meno possibilità di migrare per attutire l’impatto del cambiamento climatico, che procede troppo rapidamente per dar loro il tempo di adattarsi tramite l’evoluzione.

I ricercatori usano la prospettiva delle specie endemiche per sottolineare, ancora una volta, l’importanza di contenere il riscaldamento globale entro i valori pattuiti con l’accordo di Parigi sul clima. Mantenere la temperatura del pianeta entro un aumento di 1,5°C riduce di 10 volte il rischio di estinzione per queste specie, calcolano dopo aver analizzato 270 hotspot di biodiversità. Con questo valore, solo il 2% di specie endemiche sarebbe condannato all’estinzione. Mentre con un aumento della temperatura di 2°C – il valore più alto di Parigi – la percentuale sale al 4%.

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In questo scenario business as usual, con emissioni che continuano a crescere ai ritmi attuali, “ci aspetteremmo di avere effetti a cascata che potrebbero cambiare interi ambienti e, alla fine, danneggiare l’umanità attraverso l’indebolimento dei servizi che la biodiversità ci offre”, spiega al Guardian Mariana Vale, coautrice dell’articolo scientifico. “Fa molta differenza per la biodiversità in tutto il mondo se rispettiamo l’accordo di Parigi”.