Rinnovabili • Rinnovabili •

Lazio, decolla la raccolta di oli alimentari esausti

Nel 2020 recuperati in media circa 300 litri di olio esausto nei 45 Comuuni interessati, con punte fino a 800 litri come nel caso di Castrocielo

Foto di Barbara Jackson da Pixabay

L’olio esausto è inquinante ma diventa una risorsa se riciclato correttamente

Attivare la raccolta di oli e grassi animali e vegetali esausti nei Comuni a bassa densità abitativa del Lazio: è questa la sfida che la Regione e il consorzio RenOils si sono posti 10 mesi fa, firmando un protocollo di intesa. Il risultato è stato un successo: hanno dato la propria adesione ben 46 Comuni con meno di 5.000 abitanti (18 in provincia di Roma, 14 in provincia di Rieti, 7 in provincia di Viterbo, 5 in provincia di Frosinone e 2 in provincia di Latina) che hanno ricevuto complessivamente 79 contenitori destinati a raccogliere l’olio di scarto prodotto nelle cucine dei cittadini.

Ad oggi i 9 Comuni in cui la raccolta è andata a regime nel 2020 hanno recuperato in media circa 300 litri di olio esausto ciascuno, con punte fino a 800 litri come nel caso di Castrocielo. “La scelta di coinvolgere i piccoli Comuni, in partnership con la Regione Lazio, si è rivelata vincente; – spiega Ennio Fano, Presidente di RenOils – la risposta della cittadinanza, che abita meravigliosi borghi e piccole cittadine, a iniziative di raccolta differenziata, infatti, è sempre molto positiva e l’esperienza che abbiamo avviato nel 2020 per gli oli esausti lo dimostra. Ci auguriamo che i Comuni in cui la raccolta è stata da poco avviata possano fare gli stessi numeri incredibili dei 9 Comuni andati a regime lo scorso anno. Per avere un quadro completo della raccolta dobbiamo attendere giugno / luglio in quanto gli svuotamenti dei contenitori hanno cadenza periodica”.

“Questi primi risultati di partecipazione e raccolta, ottenuti con l’attuazione del protocollo d’intesa firmato con Renoils, mi rendono molto soddisfatta- dichiara Cristiana Avenali, Responsabile Piccoli Comuni della Regione Lazio- è il primo caso del genere in Italia ma soprattutto, il primo protocollo che parte proprio dai piccoli Comuni. Ancora una volta un bel lavoro di squadra ha pagato, nonostante le difficoltà riscontrate a causa della drammatica pandemia che stiamo vivendo e i nostri piccoli Comuni hanno confermato di essere oltre che comuni “ricicloni”, dei veri e propri laboratori di sostenibilità capaci di dare concretamente un contributo allo sviluppo della raccolta differenziata, alla riduzione della produzione di rifiuti e all’attivazione dell’economia circolare. Un’azione semplice ma non scontata, importante anche per diminuire l’inquinamento.

Questa esperienza con Renoils grazie anche agli ottimi risultati fin qui ottenuti- aggiunge Cristiana Avenali- proseguirà e vedrà l’estensione della raccolta a tutti gli altri piccoli comuni che vorranno aderire, e coinvolgendo cittadini e studenti in azioni di sensibilizzazione, e con il riconoscimento di un contributo economico o di piccoli interventi sull’arredo urbano, ai piccoli Comuni che stanno raccogliendo. Il tutto sarà definito in base al quantitativo raccolto, quindi più raccoglieranno e maggiore sarà il contributo che riceveranno. Infine oltre a Renoils, un ringraziamento sincero a tutti i piccoli Comuni che hanno già aderito, offrendo la possibilità a chi ancora non lo ha fatto, di partecipare.”

L’olio esausto è inquinante ma diventa una risorsa se riciclato correttamente

L’olio utilizzato in cucina, se non recuperato correttamente, è inquinante e per questo è importante non buttarlo nel mare, così come nel lavandino, nello scarico del bagno o tal quale sui terreni. Un litro di olio è responsabile dell’inquinamento di circa 1.000 mq di acqua, forma una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e compromette l’esistenza della flora e della fauna marine. L’olio esausto è responsabile dell’inquinamento di terreni coltivabili e delle reti fognarie con ingenti costi di depurazione a carico delle Amministrazioni e quindi dei cittadini.

È importante sottolineare che, se gestito correttamente, questo rifiuto è una risorsa preziosa: l’olio alimentare esausto è infatti riciclabile al 100% per la produzione di biodiesel, l’utilizzo in impianti di cogenerazione e la produzione di biolubrificanti.

“Speriamo di poter replicare a breve la formula sperimentata nel Lazio in altre regioni per poter servire, in modo completamente gratuito, centinaia di Amministrazioni locali in tutta la penisola. La vera sfida per noi è proprio sensibilizzare le famiglie. È la raccolta domestica, infatti, a incidere di più in termini di quantità di rifiuto e nello stesso tempo la più difficile da intercettare”. – conclude Fano, Presidente di RenOils.