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Gifi-Anie: fotovoltaico italiano, un percorso a ostacoli

Se le Linee guida previste dal D.Lgs 387 del 29/12/03 venissero approvate, l'iter per la costruzione di nuovi impianti fotovoltaici sarebbe più semplice e la diffusione delle nuove energie più veloce

(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico italiano ha raggiunto un ottimo livello di sviluppo, con 37mila impianti attivi per oltre 450 MW istallati (i dati, forniti da GSE, si riferiscono al 30 aprile 2009), e la creazione, per il solo 2008, di 15mila nuovi posti di lavoro.
Un quarto delle istallazioni si concentra in Lombardia e Puglia, non a caso le uniche due Regione a posseder un iter autorizzativo semplificato in Italia, che per il resto si distingue in una pluralità di comportamenti diversificati a livello regionale e in qualche
caso anche provinciale.
L’attuale situazione normativa, che fa riferimento al “D.Lgs 387”:https://www.parlamento.it/leggi/deleghe/03387dl.htm del 29/12/03 per la promuozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, aveva previsto la realizzazione di un iter burocratico semplificato in modo da facilitarne lo sviluppo, demandando in primis ad una Conferenza dei Servizi l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione relativi e prevedendo, fra l’altro, che non fosse necessaria nessuna autorizzazione per tutti quegli impianti fotovoltaici istallati in aree esenti da vincoli ambientali, paesaggistici o storico artistici.

In realtà le Linee Guida sono ancora in attesa di approvazione dalla Conferenza Unificata, e nel frattempo le diverse Regioni hanno adottato comportamenti singoli che spesso hanno rallentato lo sviluppo e la diffusione dei nuovi impianti.
L’intervento di GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaico Italiane) ed ANIE (Associazione Nazionale Imprese Elettriche ed Elettrotecniche) è stato immediato, dal 2003 stanno sollecitando il Ministero dello Sviluppo Economico dell’Ambiente e dei Beni Culturali insieme alla Conferenza Unificata, affinchè venissero approvate le Linee Guida e tornano pertanto in questi giorni a risottolineare la necessità di non rimndare oltre l’emanazione.
Qualora venissero adottate, entrerebbero a far parte dell’apparato normativo delle regioni, senza subire ulteriori modifiche, permettendo agli impianti con potenza inferiore a 20 kWp di essere esclusi dall’Autorizzazione Unica, anche in presenza di vincoli. Qualora questi fossero presenti sarà necessario richiedere una VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) o uno screening ambientale.