L’Università di Camerino ha pubblicato una ricerca che potrebbe aprire nuove strade per la lotta agli insetti nocivi e dannosi per l’agricoltura, anche attraverso la formulazione di insetticidi più efficaci ed ecosostenibili
(Rinnovabili.it) – L’Università di Camerino ha pubblicato sulla rivista internazionale open access “mBio” – edita dall’American Academy of Microbiology – una ricerca che potrebbe aprire nuove strade per la lotta agli insetti nocivi e dannosi per l’agricoltura.
Il prof. Guido Favia, docente di Parassitologia dell’Università di Camerino, ha coordinato la ricerca alla quale hanno preso parte anche gli atenei di Pavia e Milano, la brasiliana São Paulo State University e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. La ricerca ha evidenziato un fenomeno di riduzione genomica in batteri del genere Asaia, simbionti di molti insetti, tra i quali zanzare, vettrici di molti patogeni umani, e mosche mediterranee, dannose per una grande varietà di frutti.
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Il prof. Favia ha spiegato che «per la prima volta è stato rivelato il potenziale ruolo di batteri simbionti in fenomeni di resistenza agli insetticidi sviluppati da zanzare, che per l’elevato numero di patogeni che possono trasmettere, sono da considerarsi gli animali più letali del pianeta, e dalla cosiddetta mosca mediterranea, uno dei maggiori insetti nocivi di importanza economica mondiale per i danni che può arrecare a moltissime coltivazioni». Le zanzare sono la causa indiretta del decesso di circa 750.000 persone in quanto vettori di malaria, dengue, febbre gialla, Zika e altri numerosi patogeni; le larve di mosca mediterranea possono nutrirsi di oltre 250 piante ospiti, è quindi facile comprendere il loro livello di nocività.
Ricerca di base e ricerca applicata
«La ricerca dell’Università di Camerino combina elementi di ricerca di base, il rapporto evolutivo tra microbo simbionte e ospite insetto, ed elementi di ricerca applicata, nella definizione di nuove formulazioni di insetticidi più efficaci ed ecosostenibili. È plausibile ipotizzare che, continuando questi studi, nel prossimo futuro potremo identificare altri batteri e altri metabolismi coinvolti nei meccanismi di resistenza agli insetticidi. In questo contesto gli studi tra microrganismi simbionti e insetti offrono la prospettiva di sviluppare nuovi metodi di controllo efficaci, economici e biocompatibili per molti insetti vettori di patogeni e per molti insetti nocivi».
Soddisfatto dei risultati della ricerca è il rettore dell’Università di Camerino, Claudio Pettinari. L’Ateneo punta su interdisciplinarità e internazionalizzazione, ed è impegnato a contribuire al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, «requisito fondamentale per garantire agli studenti un’istruzione superiore di elevato livello».