Il nuovo rapporto del World Nuclear Industry Status ci dice che 1 kWh di solare costa 3,7 dollari mentre un kWh di nucleare 16,3 dollari; in mezzo il gas a 5,9 dollari, e il carbone a 11,2 dollari
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Le rinnovabili costano oltre quattro volte in meno rispetto al nucleare. In una scala che va un minimo a un massimo per ogni kilowattora, in mezzo ci sono anche il gas e il carbone. A dirlo il World Nuclear Industry Status in un nuovo rapporto prodotto da un gruppo di esperti internazionali indipendenti. Produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico nel 2020 è costato infatti in media nel mondo 3,7 dollari (l’eolico 4 dollari). Lo stesso kilowattora con il gas è costato 5,9 dollari; se fatto con il carbone 11,2 dollari. Con il nucleare è arrivato a 16,3 dollari.
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“Il problema oggi è quanto dobbiamo ridurre i gas serra e quanto rapidamente – viene spiegato – se parliamo della costruzione di nuove centrali, il nucleare è semplicemente escluso. Non solo perché è la forma di generazione elettrica più costosa oggi ma anche perché serve molto tempo per costruire i reattori. Ogni euro investito in nuove centrali nucleari peggiora la crisi climatica, perché non può essere usato in opzioni efficienti per la protezione del clima”.
Il Paese che sta investendo di più sul nucleare è la Cina: in programma c’è la costruzione di 17 nuove centrali, che si aggiungono alle 49 che già possiede; in tutto riesce a ottenere dal nucleare il 5% dell’energia di cui ha bisogno. A seguire c’è l’India, che ha in progetto 6 nuove centrali, oltre alle 21 già esistenti pari al 3% del fabbisogno energetico. Gli Usa – che hanno 94 centrali da cui ottengono il 20% dell’energia – hanno in progetto di costruirne altre 2. Stessa cosa per la Russia, che al momento possiede 38 centrali, da cui ottiene il 20% dell’energia. La Francia ha 56 impianti e grazie al nucleare copre il 71% della richiesta di energia; e vorrebbe costruirne una nuova.
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Secondo il rapporto “le rinnovabili sono diventate così convenienti che in molti casi sono al di sotto dei costi operativi base delle centrali nucleari”. Costruire nuove centrali nucleari – conclude lo studio – non trova nessuna ragione economica e soprattutto ecologica ma potrebbe rispondere soltanto a logiche politiche e a gruppi di interesse legati alle aziende che hanno la necessità almeno di ‘simulare’ un interesse a livello globale per rimanere attiva.