Al Rapporto sul posizionamento Fvg sull'Agenda 2030 si affiancano i risultati di una consultazione pubblica su tutto il territorio regionale finalizzata alla costruzione partecipata della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile
Cittadini, amministratori e imprese sensibili alla sostenibilità
Udine, 27 mar – “Il Friuli Venezia Giulia ha imboccato la strada giusta verso gli obiettivi dell’Agenda 2030, forte anche di una sensibilità elevata di cittadini, imprese e amministratori locali verso i temi della sostenibilità, a dimostrazione che camminare tutti nella stessa direzione è la chiave del successo per chi ha a cuore l’ambiente”.
È quanto ha affermato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente e energia, Fabio Scoccimarro, commentando i dati del Rapporto di posizionamento del Friuli Venezia Giulia rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030.
Il documento è stato elaborato, analizzando la situazione precedente la pandemia, sulla base dei dati resi disponibili dall’Istat a maggio 2020, in occasione della presentazione della pubblicazione “Rapporto SDGs 2020. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”. Il lavoro è stato poi integrato con un’appendice “SDGs e Covid-19” che introduce alcune valutazioni sugli effetti della pandemia e del lockdown sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nella pubblicazione viene illustrata, con aggiornamenti annuali, la posizione di ogni singola regione rispetto al complesso degli obiettivi di sviluppo sostenibile, attraverso un’analisi comparativa che suddivide in quintili gli indicatori regionali, una volta ottenuta la distribuzione per regione di ognuno di essi.
Gli indicatori di sviluppo sostenibile assumono una configurazione più favorevole nelle regioni del Nord-Est e la mappa regionale dello sviluppo sostenibile evidenzia una situazione decisamente positiva per il Friuli Venezia Giulia. La Regione, infatti, manifesta una distribuzione particolarmente favorevole dei 134 indicatori considerati dall’Istat, dato che il 27,6% si trova nella fascia più virtuosa, valore che sta al di sotto solo della situazione di eccellenza delle province autonome di Bolzano e Trento (circa 48%) e della Valle d’Aosta (41,7%).
“Sono risultati da cui partire e non certo su cui adagiarsi. D’altronde il Friuli Venezia Giulia ha impresso negli ultimi due anni una svolta decisa verso il raggiungimento di una piena economia circolare e con il progetto Nipoti, che guarda appunto alle future generazioni, intendiamo essere i primi in Europa a raggiungere, con cinque anni di anticipo il New Green Deal previsto per il 2050″, ha affermato Scoccimarro.
Al Rapporto sul posizionamento Fvg sull’Agenda 2030 si affiancano i risultati di una consultazione pubblica su tutto il territorio regionale finalizzata alla costruzione partecipata della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Anche questo documento è stato approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore, e costituisce un’analisi ad ampio raggio che ha coinvolto cittadini, imprese e amministratori di Enti locali. I questionari sono stati somministrati e raccolti nel corso del 2020. La sezione rivolta ai cittadini ha restituito 4.111 questionari compilati. La fascia di età più rappresentata è quella dei 51-65 (32,4%) seguita dalla 36-50 (28,4%), per cui quasi il 63% dei rispondenti è formato da adulti di età compresa tra i 36 e i 65 anni. I questionari erano impostati per attribuire un livello di aderenza a dichiarazioni prestabilite in specifici ambiti.
I tre temi prioritari per l’ambiente sono stati “La pubblica amministrazione deve essere la prima a dare il buon esempio quando si parla di sostenibilità e tutela dell’ambiente” (95,6%), “Cerco di compiere scelte che minimizzano l’inquinamento che produco, anche se ciò significa spendere di più” (75,6%) e “Preferisco pagare di più l’energia purché prodotta da fonti rinnovabili anziché pagare di meno l’energia prodotta da fonti fossili” (68%). I tre temi più scelti per l’ambito dell’economia regionale sono risultati “L’industria manifatturiera regionale va promossa tenendo conto del suo impatto su ambiente e società” (86,4%), “Preferisco i prodotti dei piccoli agricoltori locali piuttosto che quelli delle grandi produzioni intensive” (84%) e “Le imprese che inquinano troppo dovrebbero essere chiuse oppure modernizzate, anche se ciò significasse pagare di più i loro prodotti” (82,1%). I primi tre temi indicati per l’ambito società equa, inclusiva e paritaria sono risultati “Personalmente ritengo che come società sprechiamo troppo cibo” (91,5%), “Sono preoccupato dalla situazione lavorativa dei giovani (84,9%) e “La regione dovrebbe introdurre politiche che riconoscano il valore del lavoro volontario domestico e di cura non retribuito, che spesso grava sulle donne” (73,8%). Nel caso di cambiamento climatico e rifiuti i primi tre temi indicati dagli intervistati sono “Bisogna impegnarsi attivamente a produrre il minor numero possibile di rifiuti. Ad esempio scegliendo prodotti non imballati, evitando la plastica e gli usa e getta” (95%), “Credo che la regione debba incentivare e promuovere quelle aziende che fanno della sostenibilità la loro bandiera, anche a discapito delle aziende che non sono sostenibili” (87,7%) e “Cerco sempre di comportarmi in maniera che le mie azioni producano il minor inquinamento possibile” (86,5%). L’ultimo ambito dedicato alle città sostenibili e sicure vede emergere nell’ordine “Non sopporto quando viene costruita un’opera o un immobile che deturpa irrimediabilmente il paesaggio” (85,4%), “Vorrei che nella mia città ci fossero più posti per fare jogging, scampagnate e stare all’aperto” (61,2%) e “La giustizia a livello regionale non è efficiente, i processi sono troppo lunghi e molto spesso le sentenze sono poco limpide” (42,5%).
Il questionario rivolto alle imprese ha restituito indicazioni interessanti rispetto alla consapevolezza delle aziende che lo sviluppo di un’economia attenta alle dimensioni ambientali non costituisce un costo, ma un vantaggio conciliabile con gli obiettivi di crescita. Significativa anche la valutazione sull’importanza dell’intervento pubblico da parte della Regione nell’accompagnare la transizione ecologica delle imprese e la loro capacità di contenimento nel consumo di risorse.
Infine l’indagine tra i Comuni (che ha interessato 211 enti su 215) ha rilevato la piena consapevolezza degli amministratori del ruolo esemplificativo che il pubblico esercita sul cittadino con le proprie scelte in campo ambientale. Gli amministratori esprimono anche interesse alle tematiche del contenimento del suolo, alla valorizzazione del verde pubblico nei centri urbani e alla promozione di un’economia verde.
La consultazione pubblica è stata condotta in collaborazione con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), le Università di Trieste e di Udine e l’Agenzia per l’energia (Ape). ARC/SSA/pph