Un dossier IEA prevede che la domanda di petrolio può tornare ai livelli pre-pandemici già nel 2023, se la politica non accelera sulle rinnovabili e non modifichiamo ancora di più certi comportamenti nei viaggi e nel lavoro
Il crollo causato dalla pandemia aveva fatto sperare di aver superato il picco del petrolio nel 2020
(Rinnovabili.it) – Doccia fredda dell’IEA sulle speranze che la pandemia di Covid-19 avesse portato al picco del petrolio. L’Agenzia internazionale per l’energia scrive nel suo outlook con orizzonte 2026 chela domanda globale di petrolio può tornare ai livelli pre pandemici già nel giro di due anni. A quali condizioni? Molto dipende dagli investimenti nelle rinnovabili che i governi metteranno o meno in campo. Se non si accelera sulle fonti di energia pulita, le fossili recupereranno in fretta il terreno perduto.
“Nel 2020 la domanda di petrolio era di quasi 9 milioni di barili al giorno al di sotto del livello visto nel 2019 e non si prevede che torni a quel livello prima del 2023”, scrive l’IEA nel rapporto “Oil 2021. Analysis and forecasts to 2026”. Due i fattori individuati dall’Agenzia in assenza dei quali, probabilmente, nel giro di 24 mesi ci troveremo sui livelli di prima del 2020.
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Il primo è “un intervento politico più rapido”, che deve però anche essere accompagnato da “cambiamenti comportamentali”. Senza questi fattori “i driver di crescita a più lungo termine continueranno a spingere verso l’alto la domanda di petrolio. Di conseguenza, entro il 2026, il consumo globale di petrolio dovrebbe raggiungere i 104,1 mln di barili al giorno. Ciò rappresenterebbe un aumento di 4,4 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli del 2019”.
Il rapporto cita nel dettaglio gli ambiti dove si dovrebbe concentrare l’intervento legislativo e quei cambiamenti al nostro modo di vivere, spostarci e lavorare che possono incidere più profondamente e fare del picco del petrolio qualcosa che ci siamo già lasciati alle spalle. Servono, si legge nel dossier, miglioramenti dell’efficienza del carburante, un ulteriore aumento del telelavoro e una riduzione dei viaggi d’affari. Ma anche una penetrazione molto più forte dei veicoli elettrici e nuove politiche per ridurre l’uso di petrolio nel settore energetico. Infine, sono necessari anche miglioramenti sul fronte del riciclo.
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“Nel loro insieme, queste azioni potrebbero ridurre l’uso di petrolio fino a 5,6 milioni di barili al giorno entro il 2026, il che significherebbe che la domanda di petrolio non tornerà mai ai livelli pre-crisi”, conclude l’Iea.