Assegnati i nove premi Confagricoltura all’Innovazione. Premi a imprenditori che hanno il futuro in mente mentre lavorano nel presente per rendere sempre più sostenibile un settore trainante dell’economia italiana la cui eccellenza è riconosciuta nel mondo
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Premiare l’innovazione è premiare il cambiamento, è guidare l’agricoltura verso la sostenibilità in un mondo che dovrà sfamare 10 miliardi di persone. È ridisegnare la società con il contributo dell’agricoltura. Questo l’obiettivo del premio di Confagricoltura all’innovazione per rispondere all’enorme sfida di produrre cibo sano integrando la tradizione (il legame indissolubile del cibo alla terra) con l’innovazione (tecnologia che migliora le pratiche in agricoltura). Lo scorso anno Confindustria ha compiuto cento anni, l’agricoltura è cresciuta, è cambiata ed ha accompagnato le trasformazioni sociali dell’Italia. «Oggi l’agroindustria vale 540 miliardi di pil, è il primo comparto dell’economia nazionale, ed è stato il motore trainante nel 2020, anno così drammatico a causa della pandemia. Ma nonostante tutto l’agricoltura non si è fermata e ha garantito sempre i rifornimenti» ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
La vera sfida? Essere competitivi e sostenibili
Come ha detto Giansanti, è tramontata l’immagine romantica dell’agricoltore con la zappa in mano. Oggi l’agricoltore è un imprenditore che crede nell’innovazione, conosce il mercato, usa droni, sensori e robot, cura e previene le malattie delle piante con la genetica, rende trasparente la filiera produttiva con la blockchain, personalizza il cibo con la stampante 3D. Insomma, dietro al cibo c’è storia, c’è il territorio, ci sono le aziende. «Competitività e sostenibilità vanno insieme. Questo non significa andare verso il cibo sintetico, Confagricoltura è e vuole rimanere legata alla terra. L’innovazione non è il futuro, è il presente, e presenteremo presto un grande programma per l’innovazione in agricoltura».
Concorda il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli: «La sfida dell’innovazione non è tra cibo sintetico e cibo naturale, è invece la capacità di essere competitivi e sostenibili con innovazioni di processo e di prodotto. L’agroalimentare è un settore trainante della nostra economia che non può permettersi di rimanere fuori dall’innovazione. Lo Stato deve provvedere alla fornitura di infrastrutture e servizi digitali affinché anche chi risiede e lavora in aree rurali interne abbia accesso ai mezzi necessari e non sia lasciato indietro. Innovazione non è una parola vuota, serve formazione per capire e utilizzare con profitto le nuove tecnologie».
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Il premio di Confagricoltura all’innovazione premia la fertilità della terra e quella dell’intelligenza: grazie all’innovazione potremo raggiungere l’autosufficienza alimentare fra due anni, ha affermato Giansanti. Come ha sottolineato Michele Pisante (Università di Teramo e presidente della giuria) «sono state presentate trenta candidature per nove vincitori, una scelta ardua fra tanti progetti interessanti, tutti con un denominatore comune: fare profitti rispettando l’ambiente secondo gli obiettivi del Green Deal europeo. Alcune idee risolvono problemi reali, altre soffrono di un gap tecnologico perché si trovano in aree dove manca la copertura di banda larga, tutte hanno bisogno di sostegno. È il segno di un’agricoltura che guarda avanti con i piedi ben saldi nella terra».
I nove vincitori
Passiamo in rassegna i nove vincitori e le motivazioni del premio.
Azienda vinicola “Arnaldo Caprai” di Montefalco (PG), leader nella produzione di Sagrantino di Montefalco Docg. «Pioniera dell’Agricoltura 4.0, da oltre 20 anni all’avanguardia in fatto di innovazione e sostenibilità ambientale e sociale. Ha realizzato molti progetti in campo con la precision farming. L’ultima innovazione riguarda l’implementazione di 3 sistemi differenti di contrasto ai danni biotici e abiotici del vigneto e di una piattaforma digitale di raccolta dati ed elaborazione delle informazioni».
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C.I.VIT – Consorzio Innovazione Vite (Trento). «Costituito nel 2012, il Consorzio riunisce i Vivaisti Vitivinicoli Trentini (AVIT) e la Fondazione Edmund Mach. Con 10 ettari coltivati a vite, ha come obiettivo la generazione di innovazione nella vite e si propone come anello di congiunzione tra ricerca e produzione. Il consorzio si occupa anche di promozione e organizzazione di eventi divulgativi di degustazione. Ha selezionato delle varietà di vite di 5 nuovi genotipi resistenti alle principali fitopatie».
Planet Farms Italia (Milano). «Produce insalate ed erbe aromatiche in vertical farming. Coniuga la grande tradizione agronomica italiana con l’eccellenza della specializzazione tecnica e informatica. Ha introdotto un nuovo processo produttivo di coltivazione in celle isolate con luci a LED; microclima costante con tecnica idroponica fuori suolo che permette di sfruttare la dimensione verticale oltre a quella orizzontale».
Tenuta Colle degli Angeli (Bologna). «Azienda vitivinicola di 10 ettari coltivati a vite con un innovativo processo produttivo. Utilizza vinaccioli per la produzione di farine di semi di uva gluten free, con cui realizza prodotti da forno, dolci e salati, e pasta».
Agricolt Brandoni (Ancona). «Azienda cerealicola e vivaistica con sistemi di agricoltura di precisione. Ha realizzato un nuovo brevetto per una tecnica di innesto che si pratica su materiale riprodotto non in vitro, ma su tessuto erbaceo. È stata installata in questa azienda la prima serra fotovoltaica italiana».
Madonna della Neve(Cremona). «Azienda zootecnica con allevamento di bovini e suini, che si occupa inoltre di produzione lattiero-casearia e coltivazione di foraggio per gli allevamenti. Ha indirizzato la propria produzione su un prodotto di nicchia dalle elevate caratteristiche qualitative e nutrizionali e ha basato la sua attività produttiva principale nell’allevamento di vacche di sola razza Bruna».
Judeka (Catania). «Azienda vitivinicola che si è contraddistinta per gli interventi di efficientamento energetico apportati recentemente: sistema fotovoltaico, impianto solare termodinamico per la produzione di acqua calda, lampade a LED, on/off circuiti luce con rilevamento di presenza, sistema di riscaldamento/raffrescamento con tecnologia a pompa di calore aria/acqua, laghetti di fitodepurazione per le acque reflue».
Birla (Mantova) – Allevamento Piggly. «Azienda zootecnica di suini e produttrice di energia da fonti rinnovabili. Si contraddistingue per l’allevamento sostenibile di suini antibiotic free e per l’ampio uso di energia da biogas ed energia solare».
Azienda Agricola Davide Magni (Mantova). «Azienda zootecnica di bovini da latte. Dal 2020 ha innovato il processo produttivo della stalla destinata a 120 capi in lattazione, con tecnologia avanzata sia dal punto di vista della gestione, con aumento della produttività, sia dal punto di vista del benessere degli animali. Ha introdotto due robot per la mungitura, un sistema di ventilazione e doccette rinfrescanti per il controllo della temperatura in stalla».
«In natura nulla si crea e nulla si distrugge» ha ricordato Giansanti. «Gli agricoltori sono i primi ambientalisti perché vogliono avere buoni prodotti, sono delle sentinelle dell’ambiente. Vogliamo creare dei big data di Confagricoltura per condividere best practice e promuovere nuovi impianti affinché l’agricoltura del futuro sia sempre più sostenibile. Opporsi all’innovazione è una forma di ignoranza, bisogna invece farne conoscere le potenzialità positive per un’agricoltura che fornisca cibo sano e sostenibile».