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Clima: la Merkel appoggia l’Energy Bill di Obama

Il G8 potrebbe non essere più sufficiente per risolvere i problemi a livello internazionale. Secondo il Cancelliere tedesco sarebbe utile l'intervento delle nuove economie e dei Paesi in via di sviluppo

(Rinnovabili.it) – Angela Merkel, Cancelliere tedesco, ha dichiarato, stamane in Parlamento, di aver piena fiducia nei leader dei Paesi membri del G8 in programma a L’Aquila il prossimo 8 luglio; è sicura che appoggeranno l’obiettivo di limitare l’aumento del riscaldamento globale a non oltre 2 gradi entro il 2050.
La Merkel, in seduta al Bundestag, ha commentato definendo “una inversione di tendenza” le recenti decisioni del presidente Usa (l’ormai noto “Energy Bill”) che ha promesso azioni più severe per ridurre il riscaldamento globale rispetto agli impegni presi dal precedente presidente, George W. Bush.
Il politico tedesco ha infine aggiunto che il provvedimento recentemente approvato dall’Amministrazione Obama, che chiede alle grandi industrie di ridurre i gas nocivi del 17% entro il 2020 per poi arrivare all’83% entro il 2050, tenendo in considerazione i livelli del 2005, dimostra che c’è un cambiamento nella politica Usa, sempre più interessata alla questione del clima.
“Dobbiamo sentirci incoraggiati perché non possiamo (arrestare il cambiamento climatico) senza gli Stati Uniti”, ha spiegato il Cancelliere. “Ecco perché è importante avere una consapevolezza chiara dell’obiettivo dei 2 gradi nei documenti del summit dell’Aquila”.
”Vediamo un movimento certo, che ci da fiducia nella possibilità di raggiungere un risultato a dicembre”, riferendosi alla Conferenza sul clima di Copenhagen, l’incontro che dovrà portare ad un nuovo trattato, in sostituzione di quello di Kyoto, firmato nel 1997.
Secondo il Cancelliere è importante che adesso Europa e Stati Uniti convincano le grandi economie, come India e Cina, a unirsi alla lotta contro il global warming, intraprendendo politiche che mirino alla riduzione delle emissioni dannose.
Secondo la Merkel, infatti, il G8 non è più sufficiente. I paesi industrializzati da soli non riescono più a risolvere i problemia livello internazionale, hanno bisogno di guardare al futuro tenendo in considerazione anche i paesi emergenti e quelli africani: “E’ chiaro che il mondo cresce assieme”, ha concluso il presidente.

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