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Controllo delle emissioni a Pechino e Shanghai

Misura delle concentrazioni di aerosol e polveri sottili nei pressi di due megalopoli cinesi per il miglioramento degli inventari delle emissioni

(Rinnovabili.it) – Studi cinesi rivelano che negli ultimi decenni, c’è stata una tendenza verso un aumento delle alluvioni nel sud della Cina, in concomitanza con un aumento della siccità nel nord e un contenuto raffreddamento in Cina ed India mentre la maggior parte del mondo si sta riscaldando.
Modelli climatici globali sono stati utilizzati per studiare il contributo degli aerosol a tali trend e già nel 2002 Surabi et al. rivelano che le variazioni di temperatura e precipitazione nei modelli sono comparabili con quelle osservate quando il contenuto di aerosol include una grande percentuale di quelli derivanti da Black Carbon (BC).
Gli aerosol assorbenti riscaldano l’aria, alterano la stabilità atmosferica regionale ed i moti verticali, e influenzano la circolazione su larga scala ed il ciclo idrologico con significativi effetti sul clima regionale.
A distanza di qualche anno si continua a monitorare l’emissione di aerosol da black carbon e se ne stabiliscono le fonti principali studiando i rapporti tra i contenuti di diversi inquinanti. La conoscenza della distribuzione e delle fonti di black carbon è quindi essenziale per comprendere il suo impatto sui forcing radiativi e la creazione di una strategia di controllo. Ancora dalla Cina in una delle più recenti pubblicazioni delle Università di Shandong e Hong Kong in collaborazione, viene analizzato il BC atmosferico e la sua relazione con le polveri sottili (PM ~2,5~ ) e gas in traccia(CO, NO e SO ~y2~ ) misurati durante l’estate del 2005 in due settori spesso influenzati dalla pennacchi provenienti da Pechino e Shanghai (le due maggiori città della Cina). La concentrazione media di BC è 2,37 (± 1,79) e 5,47 (± 4,00) μg m ^-3^ , per il 3,1% e 7,8% della massa di PM ~2,5~ , a Pechino e Shanghai, rispettivamente.

Per dare un’idea dei livelli di emissione si consideri che un recente studio condotto sulle cime himalayane dal gruppo di lavoro guidato da Paolo Bonasoni dell’Isac-Cnr, ha stabilito che le condizioni di fondo dell´atmosfera himalayana possono essere considerate `normali´ per parte dell’anno.
Paolo Bonasoni spiega: “Purtroppo però, nella stagione pre-monsonica che dà luogo alla cosiddetta Asian Brown Cloud, i valori risultano estremamente elevati: le concentrazioni di PM ~1~ (polveri sottili di dimensione inferiore ad 1 μm) hanno raggiunto un valore massimo di 80 μg m ^-3^ rispetto a un valore medio già elevato di 5.4 μg m ^-3^ , mentre il Black Carbon ha registrato un massimo di 5 μg m ^-3^ durante episodi acuti d´inquinamento, rispetto a un valore medio di circa 0.4 μg m ^-3^ ”.
I risultati ottenuti per Pechino e Shanghai dai ricercatori cinesi hanno rivelato diverse sorgenti di BC caratteristiche delle due megalopoli. La buona correlazione tra BC, CO e NO ~y~ e la scarsa correlazione tra BC e di SO ~2~ indicano che i veicoli con motore diesel ed i mezzi di trasporto marini sono le fonti dominanti di BC nelle due aree urbane durante l’estate. Il rapporto di massa BC/CO nei campioni d’aria di Shanghai è risultato essere molto più elevato che in quelli di Pechino, ciò è attribuibile ad un maggiore contributo da combustione diesel (veicoli con motore diesel e natanti) a Shanghai.
Sulla base dei rapporti di misura BC/CO e le emissioni annuali di CO, si stima che le emissioni annue di BC a Pechino e Shanghai sono 9,51 Gg e 18,72 Gg, rispettivamente. Il miglioramento nel monitoraggio dei tassi di emissione di BC contribuirà a ridurre l’incertezza nella valutazione dell’impatto delle megalopoli sul clima regionale.