Lungo colloquio tra il ministro dell’Ambiente e il nuovo sherpa per il clima Usa. L’ex segretario di Stato del presidente Obama è pronto ad affiancare l’Italia e il Regno Unito in vista della prossima Conferenza delle parti; la Cop 26 – dice Costa - dovrà “rappresentare una pietra miliare nella storia, portando tutti i Paesi del Pianeta verso un cambio di paradigma”
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Urgenza dell’azione climatica, massima collaborazione tra i due Paesi, e importanza del ritorno degli Stati Uniti sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici con il rientro nell’Accordo di Parigi. Sono questi i temi messi sul tappeto nel corso di una lunga telefonata tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima John Kerry.
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L’ex segretario di Stato del presidente Obama ha detto di esser pronto ad affiancare i Paesi organizzatori della prossima Conferenza delle parti (la Cop 26), l’Italia e il Regno Unito: il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che quest’anno condividiamo con gli inglesi avrà infatti un ruolo di primo per ripristinare il quadro degli impegni legati alla riduzione delle emissioni di CO2.
E’ una “battaglia non più differibile”, quella dei cambiamenti climatici, la sintesi del pensiero. Con il ministro Costa che ha messo in evidenza come “in questi anni si sia sentita la mancanza degli Stati Uniti su questo fronte” e che “la Cop 26 non dovrà essere interlocutoria”; ma che anzi dovrà “rappresentare una pietra miliare nella storia, portando tutti i Paesi del Pianeta verso un cambio di paradigma”.
“Gli Stati Uniti con il loro peso determinante – ha detto il Ministro – ci aiuteranno nel dialogo sia con i Paesi più vulnerabili, con i piccoli Stati insulari, con quelli più ricchi e che hanno maggiori responsabilità nell’emissione di gas climalteranti”. E su questo versante, “il ruolo di Kerry sarà fondamentale, anche per la sua storia personale”.
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Tanto che lo sherpa Usa ha offerto la sua piena disponibilità, dicendo che farà di tutto per rispondere alle aspettative che ora tutti nutrono verso il nuovo orientamento dell’amministrazione Usa con l’arrivo di Joe Biden. E’ pronto ad affiancare l’Italia e il Regno Unito nel percorso di costruzione di un’agenda di alto livello. E intende accompagnare i Paesi che meno sono disposti a fare un passo in avanti verso posizioni ambiziose. Gli Usa – viene riferito – sono adesso in prima linea in questa battaglia epocale.