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Trudeau vuole la neutralità climatica al 2050, ma non dice come

Non fissa nuovi obiettivi. Non impedisce che il nuovo governo disfi quanto fatto dai precedenti. E non dà nemmeno indicazioni sulle priorità da seguire: il piano canadese è un guscio vuoto

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Arriva in parlamento il disegno di legge sulla neutralità climatica entro metà secolo

(Rinnovabili.it) – L’aveva promesso nella campagna elettorale con cui è stato riconfermato primo ministro a ottobre 2019. Metterò il Canada sulla strada della neutralità climatica al 2050, aveva detto Justin Trudeau. E ieri ha provato a tener fede all’annuncio. Un tentativo maldestro, lo accusano da più parti. Perché il piano che Trudeau ha presentato in parlamento assomiglia più a un guscio vuoto che ad una roadmap per bilanciare totalmente le emissioni di gas serra prodotte e riassorbite entro la metà del secolo.

Quando ha ratificato l’accordo di Parigi sul clima, il Canada si è impegnato a ridurre le emissioni di carbonio del 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005. Un obiettivo che va rivisto al rialzo per centrare la neutralità climatica nell’arco di 3 decenni. Ma nel piano di Trudeau non c’è nulla che spieghi come intende muoversi il governo.

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Il documento portato in parlamento è più una dichiarazione di intenti, accompagnata da qualche annotazione procedurale. Il disegno di legge infatti vorrebbe obbligare il governo a fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio ogni 5 anni, ma solo a partire dal 2030. E a riferire al parlamento dopo ogni periodo quinquennale.

Il Canada quindi non sta adottando nuovi obiettivi di lungo periodo, né tantomeno una strategia su come raggiungerli. In pratica, in questo modo Trudeau costringe ogni futuro esecutivo a navigare a vista. Ma anche a poter fissare i paletti in modo da soddisfare il proprio elettorato di riferimento. La politica climatica, così, viene piegata alle esigenze delle urne e del consenso, senza una visione di lungo termine che serva da cornice e da guida.

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D’altro canto, nonostante i proclami e le strizzatine d’occhio all’ambientalismo, Trudeau può esibire ben pochi risultati concreti nella lotta al cambiamento climatico. Il Canada avrebbe dovuto tagliare le emissioni ma queste sono cresciute del 2% tra 2017 e 2018, secondo i dati più aggiornati forniti da Ottawa. Il piano del primo ministro si guarda bene dall’affrontare anche questo aspetto.

Infatti, non è previsto alcun meccanismo per impedire che un esecutivo stravolga gli obiettivi fissati da un governo precedente. Né il mancato rispetto dei piani quinquennali ha qualche conseguenza: il premier è semplicemente tenuto ad andare in parlamento e spiegare perché non li ha raggiunti. Messo di fronte a questi punti problematici, Trudeau ha provato a ribaltare la questione e a lavarsene le mani: d’ora in poi “spetterà ai canadesi scegliere governi seri nella lotta al cambiamento climatico”, ha detto all’Afp.

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