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Barroso: si ai fondi, ma solo a piani climatici concreti

L'India concorda con Barroso nel finanziare i paesi meno industrializzati per lo sviluppo di tecnologie verdi, ma non nella riduzione delle sue emissioni.

(Rinnovabili.it) – “No money, no deal”. Questa è la frase che più volte ha ripetuto il Presidente della Commissione UE José Manuel Barroso, rivolgendosi agli Stati del G20 in un discorso alla Pittsburgh University.
Non ci sarà nessun accordo se le maggiori potenze economiche del mondo non si sforzeranno di aiutare, tramite finanziamenti, i paesi più disagiati, e favorire così la crescita di tecnologie verdi ed il potenziamento dell’efficienza energetica.
Finora sono state avanzate timide proposte per andare incontro alle esigenze, dichiarate nel Protocollo sul Clima.
Quello a cui allude Barroso è “un impegno finanziario credibile” che deve essere il punto di partenza per una rivoluzione nel modo di produrre e di risparmiare emissioni di gas nocivi.
Ha sottolineato inoltre che, non ci saranno “assegni in bianco” per quei paesi in via di crescita come Cina, Brasile e India che non stabiliranno concretamente programmi e piani nazionali protesi alla riduzione dell’inquinamento e ha per tanto assicurato che senza un piano di azione, non ci saranno soldi, “in other words, no action, no money”.
Rivolgendosi agli Stati ha inoltre aggiunto: “Se si fa sul serio nella sfida alla riduzione delle emissioni, noi saremo lì pronti ad aiutare, anche con un sostegno finanziario. Ma abbiamo bisogno anche dei paesi in via di sviluppo per contribuire alla mitigazione”.
Un discorso questo, accettato per alcuni versi ma che per altri , ha subito scaldato vecchie polemiche a cui si sono agganciate anche le dichiarazioni di “Cina”:https://www.rinnovabili.it/textpatt/index.php?event=article&step=edit&ID=9040 e India della scorsa settimana. Lo stato orientale nello specifico, aveva esposto le proprie buone intenzioni nell’affiancare le economie mondiali nella messa a punto di piani strategici per il clima, ma lo aveva fatto con altrettanta imprecisione e senza dichiarare un effettiva misura di prevenzione per la riduzione delle emissioni. Insomma, parole vaghe.
Anche l’inviato indiano per i cambiamenti climatici, Shyam Saran, ha concordato con Barroso l’importanza di sbloccare i finanziamenti per sostenere progetti al fine di frenare i cambiamenti climatici, ma ha detto anche che l’India non sarà tra quelli che abbasserà ulteriormante il tetto delle proprie emissioni.
Tra i vari botta e risposta, intanto, ci sono zone del mondo che accusano pesantemente la perdita di un patrimonio ambientale in via di depauperamento cronico. Il fondo per l’emergenza dei paesi più vulnerabili, come le Maldive ad esempio, è già stabilito debba aggirarsi intorno ai 5-7 miliardi di euro, che saranno messi a disposizione tra il 2010 ed il 2012.
Ciò potrebbe non essere sufficiente per quel periodo, visto che nel rapporto del UN Environmental Programme di ieri, si sono di gran lunga superate le stime relative alle conseguenze climatiche che si pensavano essere definitive, come fu dichiarato dal Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 2007.