In Europa (e non solo) iniziano a diffondersi le prime centrali elettriche ibride, progetti che mescolano diverse tecnologie verdi per garantire un maggiore equilibro della fornitura.
Le potenzialità dormienti degli impianti energetici ibridi
(Rinnovabili.it) – Sul territorio europeo si contano attualmente 7 impianti energetici ibridi, ossia progetti dove i pannelli solari integrano la produzione delle turbine eoliche. Sebbene il dato sulla capacità ibrida installata sia ancora molto contenuto, il trend offre già oggi diverse potenzialità per accelerare la transizione energetica. Potenzialità analizzate nel corso della conferenza “Hybrid Power Plants” organizzata da Solar Plaza. L’evento è nato con l’obiettivo di fare il punto della situazione, analizzando i vantaggi degli impianti energetici.
Questa etichetta è assegnata a progetti che combinano almeno due tecnologie di produzione energetica e che condividono un unico punto di connessione alla rete, siano essi on-grid che off grid (e quindi connessi ad una mini o micro rete locale). Negli ultimi anni, il calo dei costi delle rinnovabili, insieme ai crescenti problemi legati all’infrastruttura di trasmissione, hanno reso la co-localizzazione di queste due tecnologie in un unico sito, un’impresa commerciale attraente. E lentamente si stanno aggiungendo all’equazione anche le soluzioni di accumulo.
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La combinazione offre vantaggi tecnici ed economici. Le centrali elettriche ibride possono aiutare a massimizzare l’uso dei punti di connessione alla rete; e se c’è una buona complementarità di risorse nel sito, la produzione di energia è più stabile e dispacciabile
Attualmente, spiegano gli organizzatori, esistono oltre 25 progetti di impianti energetici ibridi al livello mondiale (considerando tutte le fasi di sviluppo), pari a 8 GW eolici, 5,7 GW di fotovoltaico e 120 MW di accumulo. Numeri che lasciano spazi ad ampi miglioramenti. “Le centrali eoliche / solari ibride possono svolgere un ruolo cruciale nel nostro futuro sistema energetico”, spiega il CEO di WindEurope, Giles Dickson, tra i presenti all’evento. “Generano più elettricità e forniscono meno potenza variabile rispetto agli impianti eolici o fotovoltaici installati singolarmente. Ma i governi devono iniziare a sostenerli nella regolamentazione, soprattutto per rendere più facile ottenere autorizzazioni e connessioni alla rete per loro”.
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Per rendere queste centrali economicamente sostenibili, sostiene l’associazione, i governi dovrebbero consentire agli sviluppatori di installare e collegare più capacità rinnovabile totale rispetto a quella contrattata con la rete. Irlanda, Portogallo e Spagna già lo permettono ma “più paesi dovrebbero seguire questo esempio”. Una delle leve fondamentali per far crescere l’ibrido sono però nuovi quadri giuridici e definizioni chiare. “Ciò contribuirà a semplificare l’autorizzazione di questi progetti, poiché non dovranno essere trattati caso per caso”.