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Industria Auto: gli Stati sostengano una fiscalità basata sulla CO2

Dividere equamente l’impegno sulla riduzione delle emissioni climalteranti tra i vari attori in campo affinché lo sforzo non gravi “in modo squilibrato sull'industria dell'auto europea”.

(Rinnovabili.it) – La nuova normativa europea in materia di vicoli emissivi per l’industria automobilistica pone i player del settore di fronte ad un’importante sfida. Per affrontarla da vincenti Eugenio Razelli, il presidente dell’Anfia (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche) dal suo discorso all’assemblea annuale di Roma, detta le priorità da affrontate nell’immediato futuro. Posta come premessa una suddivisione equilibrata degli impegni di riduzione tra tutti i settori produttivi, la chiave di svolta sostenuta dall’Associazione italiana è quella “di un approccio integrato, che tenga conto del contributo delle infrastrutture, di una fiscalità non distorsiva e dell’ecodriving, oltre che di un rinnovo del parco circolante nell’ottica di una mobilità sostenibile”. In altre parole a fronte dei costi aggiuntivi legati alla regolamentazione è importante ora – spiega Razelli – che gli Stati affianchino i costruttori attraverso “misure costanti di sostegno alle scelte tecnologiche, una fiscalità auto sempre più in funzione delle emissioni di CO2, in base al principio che chi inquina paga, investimenti crescenti in ricerca e sviluppo di tecnologie a bassa emissione di CO2 da destinare sia ai costruttori che alla componentistica”.
Il quadro delineato dal palco dell’assemblea capitolina pone l’attenzione soprattutto sulla sollecitazione rivolta all’industria automobilistica nelle migliorie tecnologiche “senza che uno sforzo analogo venga richiesto agli altri attori del sistema dei trasporti”. Una scelta ad esempio già adottata in Giappone dove per ridurre le emissioni legate al trasporto si è messo in campo un piano che coinvolge in primis le infrastrutture stradali e le tecnologie di gestione del traffico.
La legislazione Ue, dunque, preoccupa, e come dimostra anche l’intervento di Sergio Marchionne, Ad di Fiat che chiede ” venga rinviata la proposta di regolamento per le emissioni di CO2 dei veicoli commerciali leggeri”, di prossima presentazione da parte Commissione europea. Secondo Marchionne “l’aspetto più incredibile della proposta riguarda il presunto beneficio che ne deriverà: si parla di una riduzione dello 0,00014% addirittura con uno zero in più rispetto a quello di prima. Questa è una percentuale davvero assurda”.
In quella che si profila come una corsa ad una mobilità eco-compatibile, l’Europa può già contare su forti giocatori, come la Germania, eppure anche l’Italia può ritagliarsi uno spazio in primo piano con un buon “gioco di squadra. Per Razelli occorre “definire un numero limitato di progetti prioritari a livello nazionale da condividere con gli stessi attori principali (Pmi e grandi imprese, P.A. nazionali e locali, centri di ricerca) sui quali essere leader in Europa” e sui quali tutti gli attori devono concorrere in maniera coordinata.
L’Anfia ha infine presentato il ‘position paper’ di filiera che alle istituzioni competenti e che annovera tra i punti chiave, efficienza energetica, reingegnerizzazione di prodotto, come sinonimo di nuovi materiali e forme di propulsione e riduzione dei costi tecnologici.