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WWF : sforzi suddivisi per un budget globale del carbonio

I paesi industrializzati hanno ancora a disposizione 970 giga tonnellate di CO2. La soluzione è: suddividere il budget tra le popolazioni mondiali e distribuirlo nei prossimi 40 anni.

(Rinnovabili.it) – L’ultimo rapporto del WWF “Suddividere gli sforzi per un budget globale del carbonio”:https://www.panda.org/wwf_news/?175461/Strict-Global-Carbon-Budget-needed-to-tacke-Climate-Change—WWF-Report ha sottolineato che, per mantenere l’aumento della temperatura della Terra al di sotto dei 2 gradi Celsius, basterebbe molto meno, rispetto a quanto si è detto (molto) e quanto poi effettivamente si è fatto (molto poco), sulle tematiche legate ai cambiamenti climatici da qui al 2050.
La soluzione forse c’è e arriva direttamente dai calcoli e le statistiche e fornite dall’ Ecofys, che prevede un “budget globale” del carbonio da suddividere tra tutti i paesi del Pianeta, ricchi e meno abbienti che siano. Ciò per fare in modo che non si arrivi a superare la percentuale massima stabilita, oltre la quale, si innescherebbero conseguenze brusche e violente per l’equilibrio climatico terrestre.
”Se si vogliono evitare le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici, i governi devono applicare misure piu’ rigide per rispettare un budget globale di carbonio, rigoroso e a lungo termine . Se i governi ‘allentano’ le regole secondo cui distribuiscono le emissioni, finiremo in un caos climatico. A livello planetario non esiste compensazione, abbiamo un solo pianeta e una sola atmosfera, e bisogna ragionare su un solo budget di emissioni. Un budget globale del carbonio, insomma, equivale a un vero e proprio tetto mondiale per le emissioni”. Il discorso, che urla attenzione ed emergenza di azione, è stato pronunciato dalla responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, Mariagrazia Midulla.
Nel rispetto di quanto appena evidenziato da Midulla , e riportando i dati Ecofys contenuti nel Rapporto, il globo si è stimato possa sopportare un tot di emissioni, legate al diretto consumo di risorse, pari a 1600 giga tonnellate di CO2 equivalente , calcolate però nell’arco di tempo che va dal 1990 al 2050.
Ci accorgiamo solamente nel 2009 che, i paesi industrializzati, facendo due conti, non hanno badato a spese e si ritrovano ad avere disponibile un residuo di sole 970 giga tonnellate di CO2 eq, che a differenza di prima, ora dovranno essere spartite equamente con tutti gli altri Stati.
E’ facile dedurre allora che il Pianeta, negli ultimi venti anni di vita, ha dato all’uomo più di quanto egli abbia cercato di fare per limitare gli sprechi.
Ecofys, espone i metodi per attuare un uso corretto e responsabile delle fonti e per limitare la produzione di CO2 ,che dovrà essere minimizzata entro il 2030 del 30%, e entro il 2050 dell’80% almeno.
Ciò si tradurrebbe in un taglio decisivo delle emissioni per gli Stati moderni del 157%; considerato che ciascun Paese può arrivare a decurtare una quota massima di idrossido di carbonio non superiore al 100%, lo scarto ipotizzato non raggiungibile dai Piani Nazionali per l’abbassamento della produzione dei gas nocivi, dovrà essere investito attraverso finanziamenti per lo sviluppo di tecnologie energetiche nelle nazioni disagiate della Terra.